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Kirikù e la strega Karabà
Kirikù e la strega Karabà

Cinema in piazza, giovedì 8: “Kirikù e la strega Karabà”

Giovedì 8 luglio, alle ore 21.30, il terzo appuntamento della rassegna cinematografica estiva in Piazza del Popolo, a cura del Cinema San Paolo e promossa dall’Amministrazione comunale: il film di animazione Kirikù e la strega Karabà, scritto e diretto da Michel Ocelot (1998).

Un villaggio africano è vessato dalla strega Karabà e dalle sue maledizioni: gli uomini che hanno cercato di affrontarla sono stati divorati, ed inoltre la fattucchiera priva gli abitanti dell’acqua e di ogni loro ricchezza. Ma un giorno nasce il prodigioso Kirikù, un neonato capace sin da subito di muoversi, dotato della parola e del pensiero di un adulto. Questo piccolo portento decide di affrontare la strega, di rompere le sue maledizioni e di capire il perché della sua cattiveria: Kirikù capisce che bisogna andare oltre per arrivare alla verità dei fatti, e la sua avventura sarà una scoperta continua.

Kirikù e la strega Karabà è un film d’animazione francese di Michel Ocelot. Un’opera incentrata sulla crescita, raccontata attraverso immagini memorabili, capaci di rievocare i dipinti di Henri Rousseau “Il Doganiere”, accompagnate dalla presente, ma non invasiva e funzionale, musica di Youssou N’Dour. Kirikù, bambino dotato di un’intelligenza fuori dal comune, è nato con un acume superiore rispetto agli altri, ma nessuno lo ascolta. Allora affronta prove, fa da sé, per dimostrare ciò che il suo intuito aveva captato, cioè che il male non è inspiegabile, ma ha sempre una causa dietro: quindi anche il comportamento della strega Karabà deve avere una spiegazione da trovare; come ogni altro essere vivente corrotto dalla cattiveria, la donna fa del male perché soffre nel suo profondo. Kirikù, un adulto nel corpo di un bambino, ribalta i preconcetti di chi lo circonda: non demorde, continua anche nella paura, nel timore, e compie uno straordinario percorso di crescita, anche a costo della vita. Kirikù e la strega Karabà è un lungometraggio dove il protagonista scardina la divisione netta tra bene e male, tra buono e cattivo: non esistono precise distinzioni tra le due sfere. Un concetto maturo e complesso, descritto da questo bimbo dalle incredibili doti, capace ancora oggi, a più di vent’anni dall’uscita del film nelle sale, di far riflettere gli spettatori adulti e di educare ed intrattenere i più piccoli.

Silvio Gobbi

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