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Una scena del film
Una scena del film

Film gratuito all’Italia per il Giorno della memoria

Il 27 gennaio è il Giorno della memoria. I Teatri di Sanseverino e la direzione del cinema San Paolo propongono in questa data – venerdì 27 – alle ore 21 il film “Il labirinto del silenzio”, nella Sala Italia (ingresso gratuito).
La pellicola di Giulio Ricciarelli, già selezionata per la candidatura al Premio Oscar come miglior film straniero e candidato al Nastro d’Argento come miglior regista esordiente, racconta di Johann Radmann, giovanissimo procuratore della neonata Repubblica Federale Tedesca solitamente incaricato di risolvere casi di infrazioni stradali. Dopo i tragici eventi della Seconda Guerra mondiale, nessuno vuole ricordare i tempi del regime nazionalsocialista. Un giorno il giovane procuratore si imbatte in alcuni documenti portati dal giornalista Thomas Gnielka che aiuteranno a dare, successivamente, il via al processo contro il professore Schulz, che ha prestato servizio ad Auschwitz e continua a insegnare nella scuola elementare locale, nonostante le disposizioni di legge vietassero la presenza di ufficiali SS nell’amministrazione dello Stato. Sul caso si solleva un notevole interesse e Radmann, con l’appoggio del procuratore generale Fritz Bauer, decide di espandere la ricerca indagando su tutte le persone che hanno prestato servizio come SS e hanno commesso dei crimini di guerra. Durante una festa organizzata da Gnielka, Radmann ha l’occasione di conoscere varie persone che avranno un peso nella sua vita. Incontra Marlene Wondrak, un’ex imputata in un processo da lui svolto tempo prima, di cui si innamora, e Simon Kirsch, un sopravvissuto ebreo, il quale ha conservato in una valigia dei documenti riservati sui nomi di alcuni dei soldati delle SS che prestavano servizio ad Auschwitz. Radmann e Gnielka entrano in possesso di questi documenti contro il volere di Simon Kirsch. Per attribuire agli ex soldati tedeschi la giusta sanzione, il giovane avvocato inizia ad interrogare gli ebrei sopravvissuti. Uno di essi è proprio Simon Kirsch, che titubante racconta del medico delle SS Josef Mengele, detto anche “dottor morte”, il quale prestava servizio ad Auschwitz e aveva fatto delle piccole figlie di Simon le cavie per i suoi esperimenti.
Venuti a conoscenza dei fatti, Radmann e Gnielka iniziano a dargli la caccia. Durante la ricerca Radmann e Gnielka riescono a far arrestare alcuni degli ex ufficiali delle SS come Fritzsch, l’aiutante di campo di Rudolf Höss, primo comandante del campo di concentramento di Auschwitz, e Robert Mulka, suo aiutante.

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