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Il dottor Giuseppe Tartaglia
Il dottor Giuseppe Tartaglia

Vaccini a domicilio: “Grazie al dottor Giuseppe Tartaglia”

Negli ultimi anni della mia vita mi sono imbattuto anche in persone eccellenti sotto ogni punto di vista, soprattutto professionale. Una figura che mi piace evidenziare in questo momento è il dottor Tartaglia, mio medico di famiglia. Il mite Giuseppe si era sempre dimostrato molto disponibile e professionale con me, con mio padre e con mio zio, quando viveva in Italia (Andino ndr). Ma ciò che ha fatto nell’ultimo anno è qualcosa di straordinario. Senza che io glielo abbia mai chiesto e nessuno glielo imponga, ogni lunedì viene di sua spontanea volontà a visitare mio padre, che ha compiuto il 25 febbraio ben 90 anni e che vive da oltre 12 mesi su una sedia a rotelle.

E’ per me, che assisto personalmente mio padre Giuseppe, un grandissimo aiuto medico e per il mio genitore un grandissimo supporto, umano, ma soprattutto psicologico. Nel caso poi del vaccino anti-Covid per “babbo” ha dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, quella professionalità e quella premura di grande livello.

Mi ero prenotato per mio padre tramite il sito delle Poste il 22 febbraio. Avevo ricevuto una laconica risposta di conferma con un codice e l’indicazione di aspettare la loro chiamata. L’8 marzo, avendo saputo tramite tv della ipotetica possibilità della vaccinazione tramite i medici di famiglia, gli avevo inviato un sms per mettermi nella sua eventuale lista. Avevo pensato che tra le due possibilità almeno una si potesse realizzare. Poi il silenzio.

Qualche tempo dopo, esattamente il 2 aprile (fortunatamente non il Primo di Aprile) verso le 14.30 squilla il mio cellulare e il dottore mi dice di tenere pronto mio padre a casa ché, nel giro di un’oretta, gli avrebbe somministrato il vaccino. E così è stato. Una dose di Moderna e un richiamo fra circa un mesetto. Questi i semplici fatti.

La vita è proprio strana. Molti individui si erano presentati alla mia porta, durante le mie tante difficoltà, proponendomi il loro aiuto disinteressato. Poi, per fortuna, ho capito quasi subito cosa volessero realmente. Persone negative che si sono presentate come positive e persone positive percepite come negative. Mi ricorda tanto il Covid 19 che ha stravolto il senso delle cose: un tempo se eri un individuo positivo era bello e se negativo era brutto. Forse la pandemia ci vuole far capire in che mondo rovesciato e al contrario avevamo vissuto fino ad allora.

Gabriele Cipolletta

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