Era il 18 marzo di trent’anni fa quando, a metà pomeriggio di un lunedì ormai primaverile, il pontefice Giovanni Paolo II atterrò allo stadio di San Severino con l’elicottero dell’Aeronautica. Iniziò così la sua visita pastorale di due giorni alle diocesi di Camerino-San Severino e Fabriano-Matelica. Ad accoglierlo sul prato del “Comunale” c’erano l’arcivescovo Francesco Gioia, il prefetto Michele De Feis e il sindaco Alduino Pelagalli. Seguì il trasferimento in Piazza del Popolo “dove si erano raccolte almeno diecimila persone”, come racconta oggi lo stesso Pelagalli: “Tantissimi settempedani, ma anche molti fedeli giunti in pullman da più parti della provincia. A San Severino, inoltre, era stato previsto l’incontro con i sindaci della diocesi e con i rappresentanti delle altre istituzioni del territorio. Fu un autentico bagno di folla e il santo Padre rimase entusiasta dell’accoglienza che la cittadinanza volle riservargli”.
“E’ stato un avvenimento destinato a rimanere nell’animo e nella memoria di tutti i settempedani”, scriverà pochi mesi più tardi lo storico locale Raoul Paciaroni nel suo libro “I Papi a San Severino” (edito dal Comune), ricordando che l’ultimo Pontefice ad aver toccato il suolo settempedano era stato Paolo III nel lontano 1543 e che in precedenza erano venuti qui soltanto altri due Papi: Nicolò V nel 1449 e Pio II nel 1464.
“Personalmente conservo ancora una grande gioia per quell’evento – aggiunge l’ex sindaco Alduino Pelagalli – perché avere Giovanni Paolo II a San Severino fu una grande conquista per la città. Inizialmente, infatti, era previsto il suo arrivo diretto a Camerino (dove poi trascorse il giorno successivo incontrando il mondo accademico; ndr), ma poi, grazie all’intermediazione dell’arcivescovo Gioia e dell’allora suo collaboratore, mons. Antonio Napolioni, oggi vescovo di Cremona, la Santa Sede mandò a San Severino una propria delegazione per vagliare la nostra proposta di accoglierlo in Piazza del Popolo. Tutti rimasero favorevolmente colpiti dall’idea di poter offrire a Sua Santità un festoso abbraccio di popolo. E così fu! Un orgoglio per il nostro paese”.
Oggi quella visita viene ricordata da una lapide commemorativa apposta sul lato destro della facciata del palazzo municipale, in cui si legge: “Il 18 marzo 1991 in questa piazza gremita di autorità e popolo Giovanni Paolo II invocò il disarmo dei cuori per un futuro di pace. La Città grata al Santo Padre e all’arcivescovo Francesco Gioia”.