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Emanuele Piloni
Emanuele Piloni

10 febbraio, Giorno del ricordo: Piloni coordinatore per le Marche dell’Unione degli Istriani

Il Giorno del ricordo, istituito dallo Stato italiano per il 10 febbraio, è l’occasione in cui vengono commemorate le vittime della Strage delle foibe e ricordato, appunto, l’esodo della popolazione di origine italiana dai territori dell’Istria e della Dalmazia a seguito della Seconda Guerra mondiale e dell’instaurazione del regime di Tito nell’allora Jugoslavia.

Si stima che tra l’armistizio dell’8 settembre 1943 e i trattati di pace di Parigi del 10 febbraio 1947, la cui data si fa coincidere con la ricorrenza, furono gettati nelle foibe (le cavità naturali formate dai corsi d’acqua nel terreno carsico della regione tra l’odierno Friuli Venezia Giulia e la Croazia) le salme di almeno 5.000 civili e militari italiani autoctoni morti o giustiziati nei campi di concentramento dai partigiani jugoslavi e dall’esercito di Tito. La repressione etnica e nazionalista operata dall’appena instaurato regime socialista nei Paesi balcanici vide poi, come conseguenza diretta, nell’immediato dopoguerra, l’esodo dei sopravvissuti di etnia italiana verso il territorio d’origine.

Fra loro anche Antonietta Radolovich, la nonna di Emanuele Piloni, 32 anni di San Severino, il quale – dall’autunno scorso – è il nuovo coordinatore per le Marche dell’Unione degli Istriani.

Da tempo Emanuele è impegnato – nel ricordo di sua nonna e delle proprie origini – in un’attività di tutela e diffusione della storia della Venezia Giulia e della Dalmazia, in particolare nelle scuole.

“Il 10 febbraio – ha detto – è il riconoscimento tardivo di una tragedia volutamente occultata per decenni. Questa ricorrenza deve essere un punto di partenza per conoscere e tramandare l’italianità della Venezia Giulia e della Dalmazia e, quindi, per inserire questa drammatica pagina all’interno del grande libro della storia italiana. Una pagina che, ancora oggi, molti non vogliono che venga raccontata”.

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