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Remo Scuriatti, autoritratto

Remo Scuriatti (5): il ritratto dell’uomo e dell’artista

Chi era Remo Scuriatti? Nasce a San Severino Marche il 24 maggio 1900 nella sua casa di famiglia in via Bartolomeo Eustachio. Dopo gli studi elementari e medi, s’iscrive all’Istituto Magistrale e nel 1919 consegue il diploma di maturità.

Decide però di non dedicarsi all’insegnamento: sceglie la professione del fotografo, dimostrando di avere una spiccata vocazione artistica soprattutto come ritrattista di valore. Nei primi anni Venti, nel primo piano del palazzo che ospita il teatro Feronia, apre un elegante studio arredato secondo lo stile liberty allora in voga. Da quelle finestre, che si affacciano sulla piazza principale della città, Remo osserva scorrere la vita quotidiana, il passeggio domenicale, i frequentatori dei caffè e delle barbierie, le feste e le manifestazioni pubbliche. La grande piazza è il palcoscenico dove fa le sue apparizioni da protagonista con quella figura magra e melodrammatica, con quel parlare scattante ed effervescente, con quell’abbigliamento “da artista” sempre elegante e curato, fatto di abiti a volte estrosi, cappotti con il collo di pelliccia, cappelli a larghe falde, classici papillon e svolazzanti cravatte.

Uomo di cultura appassionato di arte, letteratura, teatro e opera lirica, accoglie nel suo studio gli artisti suoi coetanei o più giovani, gli amici più intimi, i giovani intellettuali attratti da una personalità estrosa ed estroversa, da un conversatore arguto e garbatamente ironico. Nonostante sia stato un personaggio geloso della propria privacy, Scuriatti è un uomo “di mondo” che rimane per diverso tempo al centro della vita cittadina, come animatore di feste da ballo e veglioni cittadini, come collaboratore all’allestimento di spettacoli, ai quali partecipa come coreografo e attore spinto dalla sua passione per il teatro.

Dopo essersi affermato in campo fotografico, agli inizi degli anni Quaranta Scuriatti comincia a dedicarsi alla pittura, realizzando opere che vengono esposte in mostre regionali e nazionali e che mettono in luce le sue qualità di grande colorista. Nel 1960 il Feronia è dichiarato pericolante e viene chiuso al pubblico, per cui Scuriatti deve trasferirsi nella sua casa di famiglia, ma è difficile ricostruire il passato, perché nel nuovo studio manca il clima della prima “avventura artistica”; mancano quelle finestre affacciate sulla piazza; mancano quelle particolari e magiche atmosfere che hanno costituito un richiamo e un punto di riferimento per tanti artisti e intellettuali settempedani.

Nel frattempo sta cambiando il clima culturale e sociale della città e intorno a Scuriatti rimangono pochi artisti e amici più fedeli, ma trascorre gli ultimi anni della sua vita con quella dignità e quella aristocratica povertà che lo accompagneranno fino al giorno della sua scomparsa avvenuta il 7 ottobre 1972. Remo non ha mai venduto e nemmeno regalato i suoi lavori, perché era sua intenzione consegnare ai posteri il corpus intatto dei suoi quadri, che ha deciso di donare in gran parte al Comune di San Severino Marche.

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