Ultime news
  • “Scuole sicure”, polizia locale e carabinieri fra gli studenti: in azione anche il cane Billy
  • Studenti del “Divini” protagonisti del progetto “Eco-Schools”
  • La Settempeda sbanca Caldarola con Capenti “profeta in patria”
  • Serralta, rocambolesco 3-3 sul campo dell’Abbadiense
  • Calcetto, 2023 in salita: venerdì arriva la capolista Sarnano
  • Servizio civile: la Croce rossa di San Severino accoglie giovani volontari
  • Il ricordo dell’artista Alfredo Zagaglia a un mese dalla scomparsa
  • Il 27 gennaio a scuola, Donella Bellabarba: “Ragazzi, non siate indifferenti all’esclusione”
  • Nasce la “Rete museale dell’Alta valle del Potenza”: San Severino ente capofila
  • Pari opportunità sul lavoro: in Comune il Piano delle azioni positive

Il SettempedanoIl Settempedano

Soverchia Marmi
  • Home
  • Elezioni Comunali
    • Ultime News
    • 2021
      • Elenco liste
      • Risultati
    • 2016
      • Elenco liste
      • Risultati
  • Attualità
  • Cronaca
  • Cultura
    • L’angolo matematico
  • Teatri di Sanseverino
  • L’intervento
  • Economia
  • Sport
    • Speciale TOKYO 2020
  • Contatti
Home | Cultura | La recensione: “Roma”, meritato Leone d’oro a Cuarón
Euro Net San Severino Marche
Roma
Roma

La recensione: “Roma”, meritato Leone d’oro a Cuarón

Pubblicato da Mauro Grespini in Cultura 1,315 Visite

Cleo è una giovane tata al servizio di una benestante famiglia di Città del Messico. La sua routine è scandita dalle faccende domestiche: custodisce la casa ed accudisce i bambini dei padroni con amore sincero. Tutti la amano veramente: questa famiglia borghese, con i suoi pregi e difetti, ricambia l’affetto. Un giorno, la giovane domestica scopre di essere incinta, ed il suo ragazzo sparisce. Fortunatamente, la padrona di casa è comprensiva ed aiuta la ragazza a portare avanti la faticosa gravidanza. Siamo tra il 1970 ed il 1971, anni difficili per la nazione centramericana, con un governo dalle politiche contraddittorie, tali da generare forti tensioni sociali: scontri tra polizia e studenti, rivolte dei contadini per gli espropri terrieri. Questi tumulti sono presenti, ma fanno da sfondo della storia: il nocciolo sta nei drammatici eventi personali che travolgono la vita di Cleo e dell’intera famiglia. Il dramma è nella quotidianità, senza spettacolarizzazione: il bene ed il male non sono rappresentati con sensazionalismo, ma silenziati e mitigati; arrivano e passano come ogni altro evento, lasciando sedimenti o ripulendo le superfici come fossero acqua corrente (elemento fortemente presente nella pellicola). Con piani sequenza lunghi e descrittivi (alternati a dettagli), ed un bianco e nero che pervade l’intera ambientazione (creando un grigio ricco di profondità e sfumature), la vicenda di Cleo prende forma nella sua naturalità e verità. Non ci sono celebrazioni, né condanne in Roma (quartiere della capitale messicana) di Alfonso Cuarón (Leone d’oro alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2018). Il regista realizza un’opera la cui mitezza non cede alla debolezza: l’indugiare della cinepresa non annoia, ma costruisce e descrive la vicenda nei più intimi particolari. Come nei migliori film d’autore, in questo lungometraggio c’è di tutto: dalla storia privata al contesto sociale, senza portare al parossismo né i drammi psicologici né la critica politica. Con posatezza e senza noia, lo sguardo dell’autore dona complessità e struttura al corpo alla vicenda, grazie anche alla ricca simbologia presente: gli escrementi del cane e l’ingombrante auto del padrone per indicare la falsità del capofamiglia; il terremoto all’ospedale ed il bicchiere rotto durante l’ultimo dell’anno per suggerire i futuri problemi di gestazione della ragazza (e molte altre figure che arricchiscono la trama senza appesantirla). Cuarón firma il suo migliore lavoro, pienamente originale, trasportandoci in una storia vicina ai tempi della sua infanzia, capace di coinvolgerci senza estraniarci da noi stessi: condividiamo la passione di Cleo, ma non ci perdiamo in essa (un riuscito equilibrio tra emozione ed intelletto). Dopo aver spaziato tra i generi, dirigendo lavori come, ad esempio, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (2004), I figli degli uomini (2006) e Gravity (2013), il regista messicano è arrivato ora ad esprimere pienamente le sue doti autoriali, guadagnandosi un posto tra i maestri. Realizzando un soggetto originale e dirigendolo altrettanto pregevolmente, egli partorisce una storia senza tempo, dalla passione ponderata ma non fredda, capace di creare un legame vitale tra il passato ed il presente e tra il cinema di ieri e quello di oggi.

Silvio Gobbi

Print Friendly, PDF & EmailStampa questo articolo
recensione cinematografica 2018-12-12
+Mauro Grespini
  • tweet

TAG: recensione cinematografica

Centro Medico Blu Gallery
Articolo Precedente Concerto dell’Orchestra marchigiana col pianista Di Bella
Articolo Successivo Rassegna all’Italia: ecco “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”

Articoli simili

La pesatura dei rifiuti raccolti

Studenti del “Divini” protagonisti del progetto “Eco-Schools”

29 gennaio 2023

Donella Bellabarba parla agli alunni delle Medie

Il 27 gennaio a scuola, Donella Bellabarba: “Ragazzi, non siate indifferenti all’esclusione”

27 gennaio 2023

La copertina del libro

In libreria “Figurine italiane”: Dario Biagi racconta storie e ritratti fra un millennio e l’altro

25 gennaio 2023

Nuove foto

Uno degli ultimi sopralluoghi compiuti nel cantiere della ricostruzione dell'Itis "Divini"
i ragazzi del nuoto di salvamento
Il sindaco Martini assieme a Tiziana Carnevali e Roberto Lorenzini
Luigi Balducci e alcune delle sue sculture
Ana Popovic
Andrea Fattori
Alunni nel salone per la visione del film
La foto di gruppo dei neoquarantenni
"Boeing Boeing" ha strappato applausi al Feronia
I ragazzi dell'Under 14
Due confezioni della nuova Pasta Castellino

Social

Seguici su Faebook

Login

  • Registrati
  • Hai dimenticato la password?

Pubblicità

Pubblicità

Pubblicità

Pubblicità

Pubblicità

Il Settempedano

Direttore editoriale
Cristiana Zampa

Direttore responsabile
Mauro Grespini

Cellulare +39 (338) 3616476
maurogres@hotmail.com

Editore
Associazione Gopher
Reg. Trib. di Camerino
n. 2/97 del 20/05/1997
P.IVA 01288480435

Elenco categorie

  • Attualità (1.965)
  • Consigliati (1.994)
  • Cronaca (1.821)
  • Cultura (1.617)
  • Economia (815)
  • Elezioni Comunali (171)
  • L'angolo matematico (11)
  • L'intervento (249)
  • Pillole di cultura Settempedana (23)
  • Speciale TOKYO 2020 (10)
  • Sport (2.566)
  • Teatri di Sanseverino (298)
Il Settempedano © Copyright 2020, Tutti i diritti riservati | Web Agency Studio Borgiani