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Massimo Diamantini
Massimo Diamantini

Un mese fa ci lasciava Massimo Diamantini: il ‘grazie’ della sua famiglia

Un mese fa ci lasciava, così prematuramente, Massimo Diamantini. La sua improvvisa scomparsa ha destato davvero profondo cordoglio, non solo in città. Basti solo pensare alle oltre 8 mila letture che Il Settempedano ha registrato per l’articolo con cui ha comunicato la triste notizia. Poche righe, quelle venute dal cuore, sapendo bene che Massimo era veramente un “personaggio” e avrebbe meritato un servizio giornalistico migliore. Cerchiamo di farlo ora, raccontando un po’ la sua storia, le sue passioni, il suo impegno per la nostra San Severino.
Massimo Diamantini arriva qui da ragazzo per frequentare l’Istituto tecnico industriale “Divini”, entra a far parte del Circolo giovanile di don Amedeo Gubinelli e lì conosce Graziella, che diventerà poi sua moglie. In quegli anni, grazie a don Amedeo, iniziano tanti progetti e lui ne diventa parte attiva, come ad esempio il Presepio vivente, la Passione di Cristo e la rievocazione del Palio dei castelli. Dopo la morte di Gubinelli (1991), Massimo e Graziella, assieme agli altri iscritti, portano avanti quei progetti e li rafforzano. Viene costituita l’Associazione Palio, ci sono i tamburini (formazione di cui fa parte anche lo stesso Massimo) e successivamente nasce il gruppo degli arcieri che scoccano le prime frecce proprio con Diamantini, Palmucci e Padella.
Passano gli anni, si arriva al 2003: è il momento della Compagnia Grifone della Scala, un progetto pensato per avvicinare i più giovani alla rievocazione storica e coinvolgerli nelle attività del Palio. Il primo ad “arruolarsi” è il figlio maggiore, Matteo. Pian piano il gruppo cresce e Massimo fa un passo indietro per far marciare la Compagnia con le proprie gambe. In ballo c’è già una nuova idea: fondare il gruppo dei balestrieri, che andranno così ad affiancare gli arcieri. Max “il guercio” (per via della benda che metteva in un occhio per mirare al bersaglio) era uno dei migliori tiratori e rappresentava la compagine settempedana anche in seno alla Litab, la Lega italiana del tiro alla balestra.
E, a proposito di tiro, va ricordato pure il Diamantini impegnato nel Tiro a segno di San Severino. Oltre a essere presente al poligono per passione, Massimo diventa prima consigliere e poi presidente della sezione (lo era ancora). In questo ruolo ha organizzato, fra l’altro, le manifestazioni celebrative del 150esimo anno di fondazione del Tiro a segno settempedano, riuscendo addirittura a portare i Bersaglieri a San Severino.
Già, i bersaglieri: soldati che vanno di corsa, come “il generale” Massimo, sempre pronto a spendersi per fare qualcosa di buono per la famiglia, i figli, il lavoro, l’associazionismo. Non si fermava mai, era un vulcano di idee e di operatività. Doti che gli sono state riconosciute da più parti e da tantissime persone anche nel momento dell’addio, quando una folla commossa ha partecipato ai suoi funerali condividendo il dolore della moglie Graziella, dei figli Giacomo e Matteo e della nuora Cecilia.
Oggi, nel ricordo immutato di Massimo, proprio i familiari ci tengono a ringraziare ancora una volta tutti coloro che hanno voluto dimostrare vicinanza e affetto in un momento così triste della loro vita.

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