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Home | Attualità | Altobelli e “Il Gioco dell’Oca” al Premio Colsalvatico 2018
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La serata di premiazione a Tolentino
La serata di premiazione a Tolentino

Altobelli e “Il Gioco dell’Oca” al Premio Colsalvatico 2018

Pubblicato da Mauro Grespini in Attualità 1,351 Visite

Al Premio Colsalvatico 2018 di Tolentino, dedicato a “L’Umorismo, un modo di guardare la realtà”, è stato segnalato fra i lavori migliori anche il racconto scritto dall’insegnante Massimo Altobelli di San Severino. I partecipanti, in una sorta di extempore dell’umorismo, dovevano girare per le strade dei nostri paesi, guardando e lasciandosi colpire da volti, paesaggi, situazioni, muri… Dovevano anche scattare delle fotografie e produrre un breve scritto, capace di suscitare un sorriso nei lettori, magari anche amaro.

I vincitori sono risultati dalla media dei voti della Giuria tecnica (costituita da Fabrizio Altieri, scrittore, vincitore dell’edizione 2010 del Premio; Mara Amico, Dirigente scolastico del Comprensivo “Lucatelli” di Tolentino; Angelo Ferracuti, scrittore, collaboratore di Agorà, inserto culturale del quotidiano Avvenire; Gianfranco Lauretano, poeta, critico letterario, direttore della rivista di letteratura ClanDestino; Stefano Lucinato, docente Accademia Belle Arti di Macerata; Franco Maiolati, presidente Circolo culturale “Tullio Colsalvatico”; Alessia Pupo, assessore alla Cultura a Tolentino) e della Giuria popolare costituita dal pubblico (molto numeroso) presente alla serata di premiazione, che ha votato compilando una scheda di valutazione dopo aver ascoltato tutti i racconti che erano stati selezionati dalla Giuria tecnica e letti poi dall’attrice Giulia Merelli, mentre sullo schermo scorrevano le immagini prodotte dagli autori.

Il racconto di Massimo Altobelli, dal titolo “Il gioco dell’oca”, è uno di quelli selezionati della Giuria tecnica e sottoposti al pubblico.

Ve lo proponiamo di seguito con le foto a corredo.

Il Gioco dell’Oca

Da piccolo non era il mio gioco da tavolo preferito, molto meglio il Monopoli dove almeno hai l’illusione di avere in mano tu le sorti del gioco; soprattutto il finale è micidiale: com’è noto, se al tiro coi dadi non arrivi giusto al traguardo, devi continuare a contare i passi all’indietro col rischio di incappare nella famosa casella che ti rimanda, dritto dritto, alla partenza. Che goduria…per gli avversari naturalmente! Che gioco assurdo pensavo; nel momento più bello ti esclude dalla lotta per la vittoria… E mi dicevo che nella vita non capita mai una cosa del genere…Ingenuo, non avevo ancora fatto i conti con il terremoto, anzi i terremoti: quello del ’97 mi buttò fuori casa a Camerino, ma ebbi la fortuna di trovare ospitalità dai suoceri a S. Severino; quello del 2016 mi ha cacciato anche da questa abitazione, dove poi mi ero spostato definitivamente con la famiglia, e mi ritrovo, guarda caso, al punto di partenza di 20 anni fa.
Di sicuro non sono pochi quelli che come me “partecipano” da quasi due anni a questo “bel Gioco dell’Oca” dove al ripetersi del fenomeno naturale, si aggiungono altre caselle pronte a riportarti ogni volta indietro: norme che si accavallano e, spesso, si contraddicono; controlli tecnici a passo di lumaca; iter burocratici inconcepibili difronte alle necessità di snellimento e accelerazione, necessarie a sostenere lo sforzo di chi opera e l’attesa delle persone colpite dal sisma.
A S. Severino poi si sono aggiunti a questo gioco, loro malgrado, non pochi studenti dell’ITIS “Eustachio Divini” che, nel giro di qualche settimana, dopo l’ultima terribile scossa, si videro trasferiti dalla loro sede, ormai inagibile, (foto n.1 cratere dello stabile abbattuto)

L'area dove sorgeva l'Itis
L’area dove sorgeva l’Itis

all’edificio che prima del terremoto ospitava la Scuola dell’Infanzia e la Scuola Primaria “Alessandro Luzio”, (foto n.2 ingresso)

Il "Luzio" che ospita l'Itis
L’ingresso del “Divini” nel plesso scolastico “Luzio”

ritenuto non sicuro da un folto e agguerrito gruppo di genitori che, di fatto, costrinse l’Amministrazione comunale a trasferire tutta la Primaria e due sezioni dell’Infanzia nell’edificio della Scuola Secondaria di 1°grado “P.Tacchi Venturi” (foto n.3 ingresso) creando un bel sovraffollamento, con evidenti disagi per tutti, ma c’era l’emergenza…

L'ingresso delle "Medie"
La sede centrale del “Tacchi Venturi”

Sta di fatto che l’edificio della “Luzio”, pur risalente agli anni ’30/’40 del 1900, (foto n.4) ha retto magnificamente;

Il vecchio"Luzio"
Il vecchio”Luzio”

viceversa quello dell’ITIS, nonostante fosse ben più recente, è stato abbattuto e attende la ricostruzione ex novo (foto n.5 lavori in corso per la ricostruzione dei laboratori).

I laboratori Itis in costruzione
L’area del cantiere (agosto 2018)

A questo punto vi chiederete in che modo alcuni studenti, e non tutti, partecipino al Gioco dell’Oca? Semplicemente per il fatto che, essendo di S. Severino, hanno frequentato la Scuola Primaria, e forse anche quella dell’Infanzia, alla “Luzio” e dunque, dopo solo qualche anno, si sono ritrovati nella vecchia scuola dove tutto era cominciato….
Tra di loro ci sono anche dei miei ex allievi, essendo io insegnante di scuola primaria proprio alla “Luzio”, e immagino le loro facce i primi giorni nel varcare di nuovo quel portone che li aveva visti entrare, specie i primi tempi, tenuti per mano dai genitori…Forse anche in questi ultimi due anni qualcuno si sarà avvicinato alla scuola mano nella mano….ma di certo non sarà stata la mano di mamma o papà!
In conclusione mi pare di poter dire che il Gioco dell’Oca non finisce mai nella vita; prima o poi si può presentare per ciascuno di noi la famosa casella che ti rimanda al punto di partenza.
Tuttavia ciò che conta è non giocare da solo, sarebbe una noia terribile; in compagnia si affronta tutto meglio, magari mano nella mano, soprattutto aprendoci alla possibilità che quella mano ce la dia anche Uno che ci tiene a cuore più di tutti e per sempre.

Massimo Altobelli

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Massimo Altobelli Premio Colsalvatico 2018-08-13
+Mauro Grespini
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TAG: Massimo Altobelli Premio Colsalvatico

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