Tutto esaurito per lo spettacolo del comito, attore e imitatore Neri Marcorè che mercoledì 21 marzo, alle ore 20.45, porta in scena al teatro Feronia lo spettacolo “Quello che non ho”: evento unico, fuori abbonamento ma con prelazione, della stagione di prosa dei Teatri di Sanseverino.
Marcorè, che sarà accompagnato dalle voci e dalle chitarre di Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini, interpreterà testi di Pier Paolo Pasolini e canzoni di Fabrizio De Andrè e di Massimo Bubola, Francesco De Gregori, Ivano Fossati, Mauro Pagani. La regia dello spettacolo è a firma di Giorgio Gallione.
“Quello che non ho” è un affresco teatrale che, utilizzando la forma del teatro-canzone, cerca di interrogarsi sulla nostra epoca, in precario equilibrio tra ansia del presente e speranza del futuro. Ispirazione principale di questo percorso sono le canzoni di De Andrè e le visioni lucide e beffarde di Pasolini, apocalittiche, visionarie profezie che raccontano di una “nuova, orrenda preistoria” che sta minando politicamente ed eticamente la società contemporanea. Il riferimento è al film del 1963 “La rabbia”, dove Pasolini costruisce una personale visione del mondo del suo tempo, nel quale convivono grandi utopie e boom economico ma che presenta anche una distruzione dell’etica e del paesaggio e l’inizio del consumismo più sregolato. Storie emblematiche, quasi parabole del presente, raccontano (anche in forma satirica) nuove utopie, inciampi grotteschi e civile indignazione. Storie di sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente, di esclusione, ribellione, guerra, illegalità, rilette col filtro grottesco, ghignante e aristofanesco che De Andrè ha utilizzato in “Le nuvole”.
Come può un artista, un intellettuale, raccontare a chi non l’ha vissuto cos’è stato il nostro tempo? Stiamo producendo orrori e miserie ma anche opere meravigliose come quadri, musica, libri. Così, viaggiando “in direzione ostinata e contraria”, si favoleggia del Sesto continente, un’enorme Atlantide di rifiuti di plastica (grande due volte e mezzo l’Italia) che galleggia al largo delle Hawaii; di evoluti roditori, nuovi padroni del mondo, che inaugurano il regno di Emmenthal (dopo Neanderthal); di surreali ma realissime interrogazioni parlamentari che lamentano la scomparsa di Clarabella dai gadget dell’acqua minerale; di guerre civili causate dal coltan, minerale indispensabile per far funzionare telefonini e playstation; di economia in “decrescita felice” che propone la pizza da un euro (una normale margherita, grande però come un euro!), costruendo un mosaico variegato di storie tra satira, racconto e suggestione poetica.
Nelle ultime stagioni Neri Marcorè ha molto frequentato il teatro musicale, esplorando tra l’altro Gaber e i Beatles e costruendo spettacoli che guardano sia al teatro civile che alla bizzarra giocosità del surreale. Con “Quello che non ho” siamo di fronte a un anomalo, reinventato esempio di teatro-canzone (sostenuto e arricchito in scena da tre chitarristi cantanti dal talento virtuosistico) che, ispirandosi a due giganti del nostro recente passato prova a costruire una visione personale dell’oggi.