“Conoscere e amare l’Italia. Le trasformazioni del Paese attraverso le fotografie di Renato Bazzoni, padre del Fai” è il titolo della mostra itinerante, organizzata dal Fondo per l’ambiente italiano con il fondamentale sostegno degli Amici del Fai e la collaborazione del Comune di San Severino, che a un anno dal terremoto vedrà esposti al teatro Feronia, dal 17 settembre all’8 ottobre, gli scatti più significativi dell’architetto milanese Renato Bazzoni, il quale, a partire dagli anni Cinquanta, ha viaggiato in Italia documentando con la macchina fotografica l’evoluzione del nostro Paese da agricolo a industriale, con l’avvento del turismo di massa, il rapido processo di urbanizzazione e gli oltraggi al territorio che ne sono derivati.
Immagini attualissime, che testimoniano l’impegno civile di Bazzoni a favore dell’ambiente e del patrimonio culturale italiano e invitano a riflettere sui temi della tutela e della manutenzione del territorio e dei danni sismici.
L’inaugurazione, aperta al pubblico, si terrà sabato 16 settembre alle ore 17.30 alla presenza del sindaco Rosa Piermattei, del presidente Fai Marche, Alessandra Stipa, del capo delegazione Fai di Macerata, Maria Paola Scialdone, del curatore della mostra Alberto Saibene e dello storico e critico d’arte Stefano Papetti. Coordinerà i lavori l’architetto Luca Maria Cristini.
La mostra è divisa in sei sezioni, a ciascuna corrisponde un monitor su cui scorrono le immagini, e comprende circa 300 scatti, parte di un corpus di quasi 30 mila foto, donato al Fai dalla signora Carla Bazzoni, moglie di Renato, scomparso nel 1996.
La sezione dedicata alle Marche, dal titolo “Un mare di colline”, restituisce un ritratto della regione tra gli anni Sessanta e Settanta, il periodo della profonda trasformazione del territorio, con la costruzione di edifici fuori scala a ridosso dei centri storici, il degrado dei monumenti artistici, il traffico indisciplinato delle automobili. Allo stesso modo, risaltano i forti caratteri identitari dell’architettura locale e del paesaggio, i mattoni in cotto che unificano il tessuto urbano in un susseguirsi di colline che fanno tornare alla mente i versi di Giacomo Leopardi.
L’esposizione prosegue con le sezioni sull’Architettura spontanea o rustica, frutto delle ricognizioni di Bazzoni nei primi anni Cinquanta alla scoperta di un’Italia “minuta” e produttiva, sul lavoro di indagine che confluì nella mostra del 1967 Italia da salvare, a cura di Touring Club Italiano e Italia Nostra, che per la prima volta ha posto i cittadini di fronte ai disastri del dissesto ambientale. Altre sezioni sono dedicate al fragile habitat di Venezia e al tema: “Nel solco di Romolo”.
La mostra è arricchita da un video-documentario dedicato a Renato Bazzoni, a cura di Simone Pera e Alberto Saibene, che recupera rare interviste a Bazzoni e le testimonianze di chi lo ha conosciuto e frequentato.
In occasione dell’evento la delegazione Fai Macerata, in collaborazione con l’Itis “Divini”, curerà il contest fotografico #FAIUNOSCATTO sul tema “I paesaggi del Maceratese: beni, natura e prodotti del territorio”. Informazioni e regolamento su www.mostrabazzoni.it.