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L'intervento del presidente del Senato

Fondazione Claudi porta al Senato “L’Infinito” di Leopardi

Il progetto “Infinito200”, promosso dalla Fondazione Claudi per il bicentenario della composizione di Giacomo Leopardi, si è chiuso con un’iniziativa in Senato dal titolo “L’Italia è una poesia!”. Un’invasione pacifica di poeti guidata da Davide Rondoni e Francesco Malfitano, cui sono intervenuti anche il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il senatore Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega, che ha reso possibile l’evento, e il presidente della Fondazione Claudi, Massimo Ciambotti. I 200 anni de “L’infinito” sono stati festeggiati nella Sala Koch di Palazzo Madama, dove tanti poeti hanno parlato, a partire da Eugenio Montale, senatore a vita. Lo ha ricordato anche la stessa Casellati che nel suo progetto “Senato e cultura” vuole promuovere una visione aperta e inclusiva della cultura quale “veicolo di crescita dell’individuo”. I primi destinatari, ha aggiunto, devono essere i giovani. Giovani presenti numerosi all’evento curato in particolare dal Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna. C’erano pure due classi del liceo linguistico di Camerino, guidate dal professor Gabriele Codoni di San Severino, docente di Filosofia. Diversi anche gli studenti settempedani. Nel corso dell’evento si sono alternati poeti e momenti musicali, con la segnatura in Lis del testo leopardiano.

Ecco, di seguito, l’intervento completo del presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati.

“E’ con grande piacere che rivolgo a ciascuno di voi un caloroso benvenuto in Senato, per rendere omaggio a uno dei più straordinari poeti cui il nostro Paese abbia dato i natali, ricordando insieme la poesia che più di ogni altra lo ha reso celebre in Italia e nel mondo. Sono davvero lieta che il Senato contribuisca, con un evento così “festoso”, alla molteplicità di progetti, iniziative, incontri, avvenimenti che si sono susseguiti in questi mesi in Italia per celebrare L’infinito nei 200 anni dalla sua prima pubblicazione.
Desidero ringraziare Davide Rondoni, la Fondazione Claudi e il Centro di Poesia contemporanea dell’Università di Bologna che, con Infinito 200, ne sono stati entusiasti promotori; ed il Presidente Romeo che ha fortemente voluto l’iniziativa odierna. Gli anniversari, le ricorrenze, rappresentano un’imperdibile opportunità per posare insieme uno sguardo attento sulle donne e sugli uomini che hanno contribuito a fondare la cultura del nostro Paese e a dar forma al suo sentire comune. Sono occasioni per raccontare gli individui che in ogni ambito del sapere e dell’agire umano hanno saputo esprimere al meglio talento, ingegno e dedizione. E ci permettono di prendere fino in fondo coscienza di quanto di straordinario vi sia nel nostro passato e farne una leva per costruire un fertile e solido futuro. Sono tappe di un vero e proprio progetto culturale, a cui le Istituzioni non possono in alcun modo sottrarsi. Devono, anzi esserne protagoniste con l’intento chiaro e inderogabile di renderlo patrimonio comune, di adoperarsi perché ciascuno possa arricchire il proprio bagaglio di conoscenze e di valori. Un impegno fondamentale per diffondere un senso di appartenenza e condivisione, e promuovere una visione aperta e inclusiva della cultura quale veicolo di crescita dell’individuo e della società cui appartiene. 
In questi mesi, con convinzione, ho fatto di tale obiettivo un aspetto importante del mio mandato di Presidente del Senato. Valorizzare l’eccellenza italiana nelle arti e nella cultura di ogni tempo, avvicinando al grande pubblico i protagonisti più noti e dando voce a chi, meno noto, ha tuttavia espresso valori e qualità, è un traguardo verso cui ho ritenuto di far convergere le energie dell’Istituzione che presiedo.
Lo abbiamo fatto attraverso un nostro progetto, Senato & Cultura, che abbiamo pensato e avviato in collaborazione con la Rai e con Rai Cultura.
Mi fa molto piacere vedere che anche per l’iniziativa di oggi c’è la presenza dell’azienda di Stato, in particolare di Rai Teche, e allora colgo con piacere l’occasione per salutare la Direttrice Maria Pia Ammirati. Naturalmente i primi destinatari della nostra azione non possono che essere i giovani. Dobbiamo coinvolgerli, offrire loro occasioni di conoscere, approfondire e comprendere, di sviluppare il proprio senso critico. Ma anche, necessariamente, fornire loro gli strumenti interiori necessari a uno sviluppo libero e coraggioso dell’immaginazione, stimolare la loro capacità di spingere lo spirito oltre i confini che la quotidianità ci propone, avvicinarli a quel che più immediatamente può suscitare in loro un vitale senso di appartenenza all’universo che abitiamo.
E questo, certamente, può farlo la Poesia. Parlare ai giovani di Poesia, oggi, è dunque tutt’altro che fuori luogo, tutt’altro che in contraddizione con le caratteristiche di una vita in continuo movimento, con la possibilità di accedere a ogni informazione senza l’apparente necessità di soffermarsi su nulla. La Letteratura, e la Poesia in particolare, possono rappresentare per loro una chiave per ricomporre la dispersione cui rischiano di andare incontro, e una fonte per la ricerca di senso, di assoluto, di speranza e di intensità. Ci raccontano tanti insegnanti che, quando si riesce a scalfire quel velo di diffidenza che talvolta i giovani innalzano a propria difesa, nulla può aver più presa in loro che lo studio della Poesia. E ci spiegano che nessuna poesia parla ai giovani come parla loro L’Infinito di Giacomo Leopardi.
Abbiamo sentito studenti di ogni età leggerla o declamarla insieme in tante parti d’Italia, in questi mesi, grazie anche all’impegno delle scuole di ogni ordine e grado. E li sappiamo rapiti, senza finzioni, da questo canto che non “contempla” il mondo, non lo “descrive”, ma lo “sente” profondamente, riconoscendone il mistero e invitando a immergervisi senza timore. Ed è un invito, una strada aperta, in realtà, per ognuno di noi.
Se nelle mani dei giovani può divenire straordinario strumento di consapevolezza e crescita personale, ciascun individuo percorrendone le parole può sentirne la forza, la tensione verso l’essere pienamente umani, verso la ricerca dell’infinito dentro di sé. È l’espressione della spinta vitale e della ricca personalità di un uomo che una critica sempre più matura ci va restituendo ormai nella sua autenticità e interezza. Gli siamo riconoscenti, non solo per la bellezza che ci ha donato con le sue liriche e i suoi canti, ma per gli innumerevoli spunti e riflessioni che ci ha lasciato nei suoi tanti scritti. Sono intuizioni preziose per chi si confronta con la vita, ricordando a ciascuno
che solo la ricerca del vero attraverso il dubbio può garantire la necessaria lucidità.
Autorità, gentili ospiti, questa Sala, antica sede della nostra prestigiosa Biblioteca, ha ospitato studiosi, uomini di cultura, scienziati, artisti, musicisti, letterati. Mi piace immaginare tra gli altri il Senatore a vita Eugenio Montale, seduto tra i banchi che allora vi si trovavano, intento a comporre i suoi scritti e le sue poesie.
E mi piace sapere che, proprio qui, risuonerà a breve L’Infinito di Giacomo Leopardi con la meraviglia delle sue parole, condivise anche attraverso la lingua italiana dei segni; e che vi ascolteremo i suoni dei giovani musicisti dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, e le voci di giovani poeti che ci leggeranno il frutto del loro sentire. Sarà, come ho detto nell’aprire questo mio breve saluto, un evento festoso, promosso all’insegna della partecipazione, dell’inclusione, del dialogo fra le arti e del riconoscimento del valore fondante della cultura.
È certamente una grande occasione di incontro, fatto di entusiasmo e di genuina dedizione. Sono iniziative che il Senato è lieto di ospitare, e che, se ve ne sarà l’occasione, sarà pronto ad accogliere ancora.

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