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Home | Attualità | Punto nascita: Regione boccia mozioni di salvataggio
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Gente in piazza per protestare contro la chiusura del reparto
Gente in piazza per protestare contro la chiusura del reparto

Punto nascita: Regione boccia mozioni di salvataggio

Pubblicato da Mauro Grespini in Attualità 1,188 Visite

Niente da fare, o almeno così pare, per il reparto maternità di San Severino: Ceriscioli ha respinto una ad una le mozioni, ben quattro, presentate oggi in Regione. A farsi portavoce di tali mozioni i consiglieri Bisonni (M5S), Zura-Puntaroni (Lega Nord) e Leonardi (Fratelli d’Italia), sostenuti alle spalle da più di cinquanta cittadini: in molti, infatti, hanno usufruito del pullman gratuito partito stamane da San Severino. Una manifestazione popolare sentita e partecipata, con cori e cartelloni; ma a nulla sono valse le proteste, spesso dure e accorate, di chi era presente in aula. Il presidente della Regione ha insistito per mandare subito ai voti le mozioni a favore del punto nascite, nonostante l’invito dell’opposizione a valutare la situazione con calma. Presente alla protesta anche il sindaco Cesare Martini che, però, non è entrato in aula assieme ai cittadini.
Respinta pure la proposta, che poteva essere un punto d’incontro fra le due correnti, di concedere una proroga almeno fino all’attuazione di un potenziamento dell’ospedale di Macerata: tanto sarebbe bastato ai sostenitori del reparto-maternità per ritenere accettabili i provvedimenti presi dalla Regione. Sono stati in molti, durante la protesta dello scorso sabato a San Severino, a manifestare perplessità sul buon funzionamento della struttura maceratese, già oberata dall’alto numero di pazienti: rimandare la chiusura del reparto settempedano sarebbe stata una mossa efficace per “tamponare”, per quanto possibile, il grave disservizio che si verrà altrimenti a creare. Ma la maggioranza è stata davvero irremovibile.
“È stato avvilente – ha commentato il vicepresidente del Comitato a favore del punto nascite, l’avvocato Marco Massei –, ma non ci arrendiamo: ci sono ancora dei provvedimenti che possiamo prendere. Cercheremo, se necessario, di far arrivare la nostra protesta direttamente al Ministero: insieme a Osimo e Fabriano costituiamo una realtà importante anche se locale. Le azioni di oggi sono state svolte con troppa velocità, con l’arroganza dei numeri: uno schiaffo morale ai nascituri delle zone montane che così diverranno, a tutti gli effetti, dei cittadini di serie B”.

Alessandra Rossi

—

Aggiornamento a cura di Mauro Grespini

Al termine di questa giornata così “nera” per il nostro ospedale arriva anche il commento di Mario Chirielli, segretario del Comitato:  “La decisione che sta prendendo la Regione arrecherà grave danno a San Severino e all’intero entroterra. Quanto fatto oggi in aula è una conferma della volontà di ridimensionare l’intera Area vasta maceratese dell’Asur perché molte utenze le perderemo, sia sul versante interno (che ci vuole, con la nuova superstrada, ad arrivare a Foligno!), sia quelle che venivano da fuori provincia. Chi pensa, così facendo, di dare forza all’ospedale di Macerata sbaglia di grosso perché l’attuale struttura non è in grado di accogliere un così alto numero di pazienti, non ha spazi adeguati, né risulta a noma. In questo modo si rischia davvero di provocare episodi di malasanità e una serie di disservizi che sono la sconfitta dell’intero sistema sanitario pubblico”.

A ciò aggiungiamo noi una provocatoria domanda: perché la Regione non spiega al contribuente come mai non viene chiuso pure il punto-nascita di Civitanova Marche dove quest’anno si sono registrati – finora – solo 668 parti, cioè molti di meno dei 1.000 evocati per far cadere la scure sul reparto settempedano?!?

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Ospedale Ostetricia 2015-12-15
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