Il Settempedano
Scommesse propiziatorie e soprattutto fuochi d’artificio dopo l’evento. Per lui e per tanti altri sportivi (…poco) di San Severino la finale di Champions League si è tramutata in una goliardata. Anche dispendiosa, ma irrinunciabile. Graziano Borgiani, 47 anni in settembre, l’uomo testimone diretto delle 8 finali di Champions milaniste dell’era berlusconiana, punto di riferimento del tifo rossonero settempedano alla sua Borgiani’s Hut (La capanna di Borgiani), si è impegnato in una serie di scommesse pro-Juve prima del confronto, per esorcizzare la verve bianconera, per poi, nella serata di domenica, incurante del gruzzoletto perso, ha dato vita a un piccolo spettacolo pirotecnico nel retro della sua abitazione. “I tifosi bianconeri mi conoscono – ha commentato sorridendo Borgiani – e hanno quasi tutti accettato il colorato sfottò senza fare drammi. L’unico problema è stato l’allarme anti fumo scattato nei garage. Poco male in confronto a quello che avrei dovuto sopportare per tutta l’estate nel caso del “triplete” bianconero. Le scommesse? Sono le uniche della mia vita che ho pagato con il forte desiderio di perderle. Nulla è paragonabile al periodo di tranquillità che la vittoria del Barça mi ha garantito. Ho scommesso sulla Juventus (esibendo le ricevute agli increduli tifosi juventini, ndr) più che per guadagnare qualcosa dall’eventuale successo di una squadra che non ha mai risvegliato in me simpatie (eufemismo…), per portarle jella in una sorta di contrappasso dantesco per contrasto. Dopo le tante “angherie” subite dai supporters juventini per la vittoria di scudetto e coppa Italia il verdetto è stato per loro negativo in quella competizione che da sempre è per noi milanisti come l’erba di Wimbledon per Roger Federer. Il… giardino di casa nostra”. Gli occhi di Graziano brillano di luce propria, il suo è il ritratto della felicità. Anche perché, dopo tanto contro tifo, l’accordo tra Berlusconi e mr. Bee potrebbe preludere ad un ritorno di fiamma del popolo milanista. Da tempo lontano dai fasti, “ma pur sempre con 7 Coppe dei Campioni in bacheca – conclude Borgiani – cinque delle quali me le sono gustate dal vivo”. Inimitabile.
l.m.
