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Alunni al Museo dello Sciamanismo
Alunni al Museo dello Sciamanismo

“Tacchi Venturi”: gita delle terze medie, un’occasione per crescere

Dall’atmosfera sacrale di una delle più interessanti gite dell’era pre-Covid, quando il clou del viaggio d’istruzione in terra capitolina fu la visita al Mausoleo delle Fosse Ardeatine, al più rilassante viaggio delle cinque terze medie attuali in Trentino Alto Adige. La prima meta del viaggio d’istruzione dell’Ic Padre Tacchi Venturi che ha fatto da trade union tra il passato pre-pandemico ed il presente di acquisito ritorno alla normalità è stata Bolzano. Se nel viaggio nella capitale “Bozen” risuonava sinistro, in quanto indicante il Reggimento di polizia Bolzano assimilato alle SS naziste che rimase gravemente rimaneggiato (morirono 33 militari tedeschi) nell’attentato partigiano di via Rasella del 23 marzo 1944, fatto che innescò la violenta rappresaglia nazista che portò all’uccisione a sangue freddo di 335 civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei e detenuti comuni il giorno seguente, quest’anno Bolzano è stato simbolo dell’accoglienza e della scienza. Protagonista assoluto della prima delle tre giornate di gita scolastica è stato infatti Ӧtzi, la mummia umida del Similaun, un reperto antropologico rinvenuto il 19 settembre 1991 in Trentino, ai piedi appunto del ghiacciaio del Similaun, a 3.213 metri, in prossimità del confine italo-austriaco. Gustata la visita al Museo Ӧtzi, un piacevole ritorno, come meta, al periodo della presidenza Bianconi del Comprensivo – ora diretto dalla prof. Catia Scattolini, presente alla prima tre giorni-due notti delle classi terze di persona -, quando un… saluto ad Ӧtzi nelle uscite sulle Alpi era un “must”, dopo la rituale visita del centro bolzanino si è preso possesso delle camere nell’albergo Don Bosco del concittadino Agostino Tarquini. Accolti dalla figura colorita del fratello del manager, Pacì, bardato con cappellino e guanti della Fiorentina, la squadra del cuore, ragazzi e docenti si sono rifocillati a dovere. Il giorno seguente visita immancabile al Museo della “Gran Vera” di Moena di Fassa, dove i ragazzi hanno potuto approfondire, con un taglio di narrazione particolare, l’argomento della Prima Guerra Mondiale vissuto dagli allora sudditi dell’Impero austro-ungarico parlanti però italiano, insegnato nelle scuole, e spediti nel 1914 in Galizia, le attuali Polonia-Ucraina, a fronteggiare i russi, spesso incapaci di intendere anche gli ordini dei propri ufficiali austriaci (venivano insegnate loro circa 80 parole di immediata utilità). Dopodiché spazio alle bellezze naturalistiche con il ritorno ad un inverno mai vissuto a San Severino ormai da un paio di stagioni durante la passeggiata, con tanto di battaglia a suon di palle di neve fra i festosi studenti, all’altezza della suggestiva diga Fedaia, a 2030 m., che una volta segnava il confine tra il Principato di Bressanone della monarchia austriaca e la repubblica di Venezia.

Al termine dell’impegnativa giornata, conclusa con una stimolante passeggiata lungo il fiume nella deserta Canazei (durante il passaggio dalla stagione invernale a quella estiva gli abitanti rifiatano), cena con intermezzo calcistico (verace esultanza, condivisa dai ragazzi, del simpaticissimo Pacì in occasione del gol che è valso il passaggio in finale di Conferenze League della Viola), la necessaria ramanzina per un comportamento ardito e fuori dei canoni del regolamento da parte di un paio di ragazzi, per fortuna senza conseguenze, ed attesa serata con dj che, come in passato, ha entusiasmato i ragazzi. Il terzo ed ultimo giorno visita a contrasto, a Trento, tra Sciamanismo e Scienza del Muse nei rispettivi, contigui musei. Poi il ritorno a casa e la ripresa della meno stimolante quotidianità nel ricordo, tuttavia, del buon cibo abbondante, di luoghi suggestivi nei loro generi e del ritorno alla gita lunga di terza media, un’occasione per crescere a tutti i livelli. Ora, però, è necessario rialzare la guardia in vista degli esami di fine primo ciclo che, alla luce dei raggelanti fatti storici visti da vicino nei viaggi d’istruzione passati (Fosse Ardeatine) ed in quello appena concluso (Grande Guerra), incuteranno di certo meno timore, seppur non saranno da sottovalutare come prima prova ufficiale da sostenere nella propria carriera scolastica.

Lu.Mus.