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Il cementificio (foto d'archivio)
Il cementificio (foto d'archivio)

Sacci: il Tar blocca tutto e il Comitato incalza i Comuni

Il Tar delle Marche ha accolto i ricorsi presentati da alcuni privati cittadini e dall’associazione Vas Onlus contro il progetto di ampliamento del cementificio di Castelraimondo e ha annullato il provvedimento che esprimeva un giudizio positivo di compatibilità ambientale sia in ordine al progetto di rinnovo dell’impianto Sacci, sia in merito all’esercizio temporaneo dell’attività in attesa della realizzazione del nuovo “camino”, prevista per il 2018. “In sostanza – spiega l’avvocato Alberto Piloni per conto del Comitato di cittadini ‘Salva Salute’ – , il Tar ha rilevato che la concessione all’esercizio temporaneo dell’attività del cementificio Sacci avrebbe dovuto comportare un attento esame delle ricadute sul territorio di tale attività, che viene attualmente svolta in deroga alla normativa in tema di emissioni inquinanti”. Scrive infatti il Collegio: “Riguardo al profilo delle emissioni in atmosfera, anche con particolare riferimento a diossine e furani (…) la problematica, stante l’incidenza su fondamentali principi costituzionali come quello della salute, avrebbe richiesto un approfondimento e un’articolata motivazione volta comunque a superare i rilievi provinciali…”. E poi conclude: “L’argomento, per quanto delicato e rilevante, sembra essere stato oggetto di una certa confusione”. Pertanto, alla luce del pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale, il Comitato Salva Salute traccia una sintesi della situazione e, attraverso una lettera aperta  indirizzata ai sindaci di Castelraimondo e Gagliole, invita le Amministrazioni comunali ad agire e a fare chiarezza di fronte al problema tuttora esistente. “La società Sacci di Castelraimondo – si legge nella lettera – ha esercitato, e attualmente esercita, la propria attività industriale tramite un impianto “non del tutto a norma” e privo della relativa autorizzazione ambientale. In particolare, per quanto riguarda le emissioni di diossine e furani, “l’argomento, delicato e rilevante, sembra essere stato oggetto di una certa confusione” e non adeguatamente approfondito. Inoltre, di recente, sia l’Osservatorio epidemologico regionale, sia l’Istituto superiore di Sanità hanno evidenziato alcuni eccessi (rilevati da diversi indicatori epidemiologici) che hanno fatto emergere un quadro “…meritevole di attenzione e di controlli futuri”. Ciò premesso, il sottoscritto Alberto Piloni, quale delegato dall’assemblea del Comitato Salva Salute di Castelraimondo, preso atto che il cementificio Sacci sta continuando la produzione nonostante le due sentenze di annullamento del Decreto 1/VVA, del 4 gennaio 2013 siano immediatamente esecutive, sottopone ai sindaci del Comune di Castelraimondo, Renzo Marinelli, e del Comune di Gagliole, Mauro Riccioni, nella loro qualità di responsabili della salute dei cittadini che vivono nei territori da loro amministrati, i seguenti quesiti: 1) quali sono i provvedimenti presi in ottemperanza alle sentenze del Tar che annullano il provvedimento di autorizzazione regionale? 2) quali atti urgenti intendono porre in essere per tutelare l’ambiente e la salute cittadini, a fronte di un’industria ad alto rischio di inquinamento, che continua a esercitare la propria attività pur essendo “…non del tutto a norma”? Chiede, inoltre, che vengano immediatamente garantiti ai cittadini le informazioni, il coinvolgimento e la collaborazione, nella massima trasparenza possibile, in relazione a tutte le questioni ambientali riguardanti l’esercizio dell’impianto Sacci di Castelraimondo e Gagliole, con particolare riferimento alla campagna di monitoraggio attualmente in atto, realizzata in esecuzione del protocollo d’intesa recentemente sottoscritto dalla Regione, dalla Provincia, dalla Comunità montana, dai Comuni di Gagliole, Castelraimondo e San Severino, nonché dall’Arpam”. Infine, al sindaco di Castelraimondo, che aveva proposto l’istituzione di una Commissione di scopo sulla vicenda, viene rivolta dal Comitato l’ultima  domanda della lettera: “Dato che è trascorso oramai un anno e mezzo dalla riunione, si chiede se non sia giunto il momento di mantenere l’impegno preso e di costituire immediatamente la commissione di scopo sulla questione Sacci che, come promesso, dovrà essere aperta alla società civile e alle parti sociali”.

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