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Il presidente Adriano Vissani e il rettore Giammario Borri
Il prof Giammario Borri con il presidente dell'Uteam, Adriano Vissani

La bellezza della condivisione: è il tema del corso Uteam tenuto dal prof Giammario Borri

“L’universo ha senso solo quando abbiamo qualcuno con cui condividere le nostre emozioni”: sono le parole di Paulo Coelho, celebre scrittore, poeta e blogger brasiliano che, tra i tanti argomenti trattati, si sofferma anche sul tema della condivisione.

A San Severino, il professor Giammario Borri ha scelto di intraprendere un corso proprio sulla bellezza della condivisione, presso la sede dell’Università della terza età dell’Alto maceratese, in via Salimbeni 6.

Gli incontri si svolgono di martedì, nei mesi di marzo, aprile e maggio, con l’intento di comunicare come il tema della condivisione possa essere fondamentale al giorno d’oggi, poiché condividendo le proprie emozioni con gli altri si può sempre maggiormente fare ordine nella propria vita, nei propri ricordi, nei pensieri e nei propri stati d’animo contrastanti…

“Con-di-videre”: dal latino con (insieme) dis (separare) e videre (vedere), vuol dire “vedere separato con” cioè condivisione, tensione d’insieme, partecipare collettivamente a un’esperienza che affratella, pur se vissuta da diversi punti di vista e perciò più ricca e fertile di discernimento e di emozione comunicante.

Professor Borri, che cosa significa per lei condivisione?

“Condividere è una proposta che porta all’inclusione sempre più profonda fino a costituire un gruppo vero e proprio in cui la condivisione diventa fratellanza. Si condivide il sorriso, il pianto, il gioco, l’umorismo, la lettura, il camminare e perfino il pasto. A proposito del mangiare insieme, condividere un pezzo di pane è stabilire una relazione; non si mangia solo per bisogno ma per stare insieme. La vita è umana proprio perché si mangia insieme e si diventa, grazie al pane, commensali. Nel pane è racchiusa la relazione fondamentale che ci fa essere famiglia: c’è relazione col padre, con la madre, coi fratelli e con il creato e questa è la vita che si fa umana. Il cibo non è un semplice carburante da ingurgitare, senza consapevolezza, in una frettolosa solitudine, senza parole e gesti ricchi di senso, ma è un evento culturale e antropologico, mezzo e occasione per stare insieme e per capire che ciò che ci fa vivere è il rapporto con l’altro, non il semplice appropriarsene e il consumarlo. Viviamo di relazioni e di amore, non si vive solo per mangiare. Dividendo il pane, anche il deserto fiorisce; se c’è la condivisione, non si è più nel deserto: la terra può diventare un giardino per tutti. E condividere il pasto ci rende commensali; in tal modo il volto dell’altro diventa appagamento e nutrimento. Perché attorno ad un tavolo ci si incontra, ci si guarda in faccia, ci si comunica con il volto la gioia, la fatica, la sofferenza, l’angoscia ma anche la speranza che ciascuno porta con sé e si desidera condividere”.

Come viene strutturato il corso?

“Il corso è stato ideato con incontri teorici e pratici, accompagnato da umorismo persistente, giochi divertenti e riflessioni profonde, presenti in ogni riunione. Esso prevede otto incontri, di cui due introduttivi e propedeutici per conoscersi e concordare il tutto nel rispetto dei limiti di ognuno. I temi trattati sono ad esempio il sorriso e l’umorismo, l’esperienza ludica ovvero il gioco, la lettura condivisa, passeggiare insieme in città e dintorni, il consumare la merenda insieme, le riflessioni sulla felicità, sull’amicizia, sulla sofferenza, sul dolore, sul piacere di amare e di vivere”.

Infatti, ogni lezione presenta un argomento, l’uno diverso dall’altro, da poter condividere con gli altri: dal sorriso al pianto, dal bene al male, ma anche il tema della fratellanza e del tempo opportuno, tematiche da non dover sottovalutare, al giorno d’oggi.

Che cosa si intende per tempo opportuno?

“Il tempo opportuno (in greco Kairòs) è il momento favorevole, l’istante da cogliere in cui si è di nuovo visitati dal miracolo della vita, il tempo che ci permette di pensare o realizzare grandi cose. Il tempo maestro che conosce le nostre aspettative, che guida i nostri pensieri e le nostre azioni. Un tempo senza noia, senza spreco, un tempo produttivo perché la felicità passa ma a volte ritorna e a tal fine è necessario dare spazio alla speranza”.

Quando parliamo di fratellanza, a cosa si riferisce principalmente?

“Per fratellanza non si intende solamente il significato oggettivo del termine e dunque rispetto e amore tra fratelli di sangue, ma c’è un richiamo simbolico e metaforico al tema dell’unione, della condivisione, alla fratellanza intesa nel senso ampio della terminologia. Siamo certi che la vita di ognuno sia affidata alla cura di tutti gli altri uomini. Una cosa da tenere bene in mente è che noi siamo una famiglia; oltre al vincolo familiare, c’è un vincolo più profondo, che ci fa appartenere gli uni agli altri, perché siamo responsabili dell’intera umanità. Questa è la grande verità di fondo: abbiamo lo stesso sangue, la stessa origine, la stessa destinazione, siamo consegnati gli uni agli altri. E siamo tutti figli della stessa madre, la Terra”.

Forse è proprio vero, grazie alla condivisione, le nostre paure possono sembrare più piccole perché quando soffriamo insieme possiamo sostenerci, aiutarci e dunque possiamo vedere in un certo senso le cose, con un’altra prospettiva. Inoltre i nostri desideri possono sembrare più grandi perché quando sogniamo insieme possiamo fantasticare ancora di più sul nostro futuro, viaggiando con la mente, senza limiti.

Maria Cicconi