Dopo la festa che la sezione Anpi e il Comune hanno organizzato per ricordare l’80esimo anniversario della Liberazione della città dal nazifascismo, la comunità settempedana è tornata a riunirsi per celebrare, come ogni anno, gli Eccidi di Chigiano e Valdiola e rendere omaggio ai martiri che persero la vita in quella che la memoria popolare ricorda come “l’eccidio del ponte di Chigiano”.
Accanto al gonfalone medagliato della Città di San Severino c’erano quello del Comune di Serra San Quirico, le bandiere e i rappresentanti dell’Anpi delle diverse sezioni del territorio insieme a quelle di Osimo e Serra San Quirico, nonché il medagliere del Comitato provinciale di Macerata.
Presenti il sindaco Rosa Piermattei, il presidente del Consiglio comunale, Sandro Granata, il consigliere comunale di Serra San Quirico, Pier Luigi Adorisio, il presidente provinciale Anpi, Francesco Rocchetti, la presidente della sezione cittadina, Donella Bellabarba, i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, dell’Associazione nazionale Carabinieri, della Polizia locale e i volontari del gruppo comunale di Protezione civile.
“Ricordare gli Eccidi di Chigiano, dedicare ai martiri questa giornata, non è solo un dovere civico, ma anche un impegno morale – ha detto il sindaco Rosa Piermattei -. Le vittime di quella brutale repressione furono persone comuni, uomini che sognavano un futuro di libertà e giustizia. A questi martiri va il nostro pensiero e il nostro vivo ricordo nello sforzo comune di rinnovarne la memoria che è, e deve continuare ad essere, un filo capace di unirci al passato e guidarci verso il futuro. È fondamentale che pure le nuove generazioni conoscano questi eventi, comprendano il valore della libertà e della democrazia, e imparino che la pace e la convivenza civile sono beni preziosi che richiedono il contributo di tutti. Il sacrificio di coloro che persero la vita a Chigiano ci ricorda quanto sia importante difendere i diritti umani, la dignità e il rispetto per ogni individuo. Questi principi sono le fondamenta della nostra Costituzione e devono essere sempre al centro della nostra azione politica e sociale. Che il sacrificio delle vittime di Chigiano ci ispiri a essere cittadini migliori, più consapevoli e più uniti. Che la loro memoria illumini il nostro cammino e ci dia la forza di affrontare le sfide del presente con coraggio e determinazione”.
Donella Bellabarba ha ricordato come donne, madri e padri di queste zone “con grande semplicità e ritenendolo necessario e per niente eroico, scelsero di non farsi dominare dalla paura e prendere in mano il proprio destino, e quello dell’Italia, trasformandosi da sudditi in cittadini”.
“Furono anche accoglienti e protettivi nei confronti degli ebrei, dei renitenti alla leva e di coloro che fuggivano dai campi di concentramento. La nostra è stata una comunità aperta e solidale insieme ai parroci”, ha sottolineato Donella Bellabarba.
Dopo la deposizione di una corona di alloro al Monumento ai caduti di Chigiano si è tenuto un reading a cura dell’associazione Sognalibro dal titolo: “Le donne settempedane nella Resistenza”. A seguire la professoressa Annalisa Cegna, direttrice dell’Istituto storico di Macerata e docente di Storia contemporanea di Unimc, ha tenuto un intervento sulla “Resistenza taciuta. Donne che liberano, donne che si liberano”. Forte fu la partecipazione femminile nelle bande partigiane: nella Banda Mario si registrò la presenza di ben 145 donne.
“La Resistenza non ci sarebbe semplicemente stata senza le donne, quello femminile non fu un solo e semplice contributo – ha sottolineato la Cegna –. Esse ebbero una infinità di ruoli del tutto analoghi rispetto agli uomini ma alcune questioni hanno fatto in modo che il loro lavoro passasse in secondo piano. Il fattore principale fu che la lotta di Liberazione doveva essere tarata su un esercito regolare e un esercito di donne non era ammissibile a quel tempo. Molte donne, così come molti uomini, fecero le staffette ma questo concetto va un po’ superato perché se per gli uomini si parla di partigiani per questo ruolo altrettanto si dovrebbe fare anche per le donne perché quell’impegno non fu di secondo ordine o da sottovalutare”.
L’intervento della Cegna è poi terminato con la lettura di quanto scritto da un’eroina partigiana, Walkiria Terradura, scomparsa appena un anno fa.
Al termine dei vari interventi si è poi tenuta la tradizionale merenda sui prati organizzata con la collaborazione di Coop Alleanza 3.0, del sindacato pensionati Spi Cgil di Macerata, della Cgil di Macerata e del locale Comitato della Croce rossa.