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Il Pronto soccorso dell'ospedale
Un lato dell'ospedale settempedano

“Sanità pubblica e ospedale dimenticati”

E’ passato un po’ sottogamba il recente rapporto dell’Agenzia Agenas, ente pubblico che opera per il servizio sanitario nazionale, che ha esaminato le prestazioni specialistiche: diagnostica, laboratorio, riabilitazione, terapeutiche, Pac e visite.

Da essp emerge che queste prestazioni sono in sofferenza nelle Marche, soprattutto in riferimento al primo semestre 2024 rispetto al corrispondente semestre dell’anno precedente, dove in 5 classifiche su 6 figuriamo all’ultimo posto su 21 tra regioni e province autonome nella classifica delle variazioni percentuali.

In ambito locale accadono altri disguidi, come rimuovere un macchinario obsoleto per la risonanza magnetica e non sostituirlo, avere una Tac con 8 anni di vita e non cambiarla, prenotare una Moc e trovare posto l’anno successivo e così via.

Sono solo alcuni esempi per raccontare il declino dell’ospedale di San Severino.

Forse è meglio parlare di strategia per ridurre la spesa regionale per la Sanità pubblica che inevitabilmente porta al taglio dei reparti e alla riduzione o, addirittura, alla scomparsa dei servizi ai cittadini.

Se poi si aggiunge che il “bravo” assessore regionale fa acquistare una nuova Tac da 500 mila euro al piccolo ospedale di Cingoli (cittadina di cui è stato sindaco), suona strano che i consiglieri regionali eletti a Camerino e Castelraimondo (Pasqui e Marinelli) non abbiano speso neanche una parola, non abbiano richiesto con forza l’acquisto di una nuova strumentazione per San Severino; difendere un centro di salute che da anni serve una vallata, incentivare i medici a rimanere nel pubblico e non nel privato (abbiamo visto che fine ha fatto una bravissima oncologa che avrebbe dovuto organizzare il servizio oncologico domiciliare).

Nel frattempo per disperdere energie inaugurano i nuovi punti salute a Castelraimondo e Cingoli (guarda caso), ambulatori in miniatura a due passi da ospedali come San Severino e Camerino.

Ma questo silenzio assordante non risparmia neppure la nostra città, in cui la politica non ha offerto neanche un dibattito sui temi sociali e sanitari.

Chi governa preferisce vivere di spot e comunicati stampa, distogliendo l’attenzione dal primo serio problema che abbiamo: quello sanitario. Tale mancanza è ancora più grave se si pensa che il 60% della popolazione settempedana è costituita da over 60.

A chi si devono rivolgere i poveri cittadini cui viene detto che la Tac dell’ospedale non è il massimo e che per una visita dermatologica devono aspettare 4 mesi, una risonanza a Camerino dopo 5 mesi (se va bene…)?

Così arrivano i centri medici privati che, capito quello che accade nel mercato, pubblicizzano l’assenza di liste d’attesa nei propri ambulatori dotati di nuovi strumenti diagnostici anche a basse radiazioni. Ecco allora che indirettamente viene favorito il sistema privato cui è costretto a ricorrere il paziente. Qualcuno tra forze politiche e associazioni ha contestato l’acquisto di questa nuova Tac a Cingoli per la quale necessita anche personale qualificato?
Dovrebbero tutti essere un po’ più accorti ad ascoltare i pazienti che devono ricorrere all’ospedale per analisi e controlli vari e che si sentono dire: “Ritorni con l’esame fatto, qui la lista d’attesa è lunga”.

Questa mancanza nella diagnostica purtroppo si registra anche nell’efficiente reparto di Oncologia dove, nel rispetto sempre del “bilancio”, gli esami a disposizione sono contati e spesso i pazienti sono costretti a prenotarseli in autonomia con tempi decisamente più lunghi.

Soltanto nel febbraio 2022 l’assessore regionale Saltamartini dichiarava alla stampa: “Sull’area del cratere l’investimento è di potenziamento del reparto di Oncologia di San Severino che è un’Unità Dipartimentale”.

Infine, si aggiunge anche la questione dei medici di base: pensionamenti e rinunce sui posti vacanti hanno creato grosse difficoltà tra i dottori rimasti con un pesante carico di pazienti (che arriva anche a 1.700 persone). Il medico di famiglia che deve visitare, prescrivere medicinali e fare visite a domicilio sempre più richieste, vista l’età della popolazione. Un lavoro enorme e di responsabilità messo a rischio dall’alto numero di pazienti da seguire.

Di contro, nessuno vuole venire a fare il medico nelle zone interne ancora definite cratere sismico.

Urge trovare una soluzione, trovando incentivi per i nuovi medici: favorire l’alloggio, aumentare gli stipendi oppure invitarli da Cuba come ha fatto la Calabria o da qualsiasi altro Stato (al momento in Calabria ci sono 270 medici cubani).

Le pubbliche istituzioni dove sono?
– Perché non avviare un dibattito, una discussione tra i cittadini su questo argomento che tocca tutti?
– Perché l’Amministrazione comunale non indice un Consiglio comunale aperto alla città e con un solo punto all’ordine del giorno: sanità pubblica e ospedale? (Una volta si faceva e vi era partecipazione).

Insomma è ora di finirla con le trattative riservate, i cittadini hanno il diritto di essere informati.
– Perché il Comitato per la difesa dell’ospedale o altre associazioni sanitarie non chiedono conto pubblicamente delle tante carenze da parte della Regione ?

Claudio Scarponi

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