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I pericoli della cyberdipendenza
I pericoli della cyberdipendenza

L’Istituto “Bambin Gesù” contro la cyberdipendenza

Il fenomeno della cyberdipendenza o dipendenza digitale è in continuo aumento, soprattutto nelle giovani generazioni, cresciute nell’era delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Dati statistici confermano che il problema non è da non sottovalutare.
La scuola, da istituzione preposta alla formazione umana, morale e civile dei giovani, avverte il dovere di contrastare il problema, intervenendo sulla prevenzione ed educazione ad un uso adeguato e non compulsivo degli strumenti digitali.

In tal senso l’Istituto “Bambin Gesù” ha organizzato un incontro – dibattito tra esperti, docenti, genitori e studenti per trattare la tematica e confrontarsi su possibili soluzioni. Sono intervenuti il comunicatore e formatore presso il Dipartimento Dipendenze patologiche dell’Ast di Macerata, Paolo Nanni, la dottoressa Chiara Maria De Leone, psicologa clinica presso la Cooperativa sociale Marche, e la dottoressa Federica Paciaroni, psicoterapeuta presso la Cooperativa sociale Berta ‘80. Ha collaborato l’associazione Help Sos salute e famiglia di San Severino.

Realtà che fanno parte di una rete del privato sociale che sta collaborando con il Dipartimento per iniziative di prevenzione e promozione dell’educazione digitale.

L’incontro ha avuto inizio con l’intervento della dottoressa Federica Paciaroni, che ha illustrato le diverse tipologie di dipendenza digitale, da quella da internet, videogiochi, shopping online, social network, fino al gioco d’azzardo, una delle più pericolose.

Si può parlare di vere e proprie patologie – ha sottolineato la dottoressa – quelle dovute a un uso scorretto della rete, che in modo pervasivo produce inizialmente momentanee sensazioni di piacere che nel tempo però si accompagnano a disturbi dell’umore, del sonno, depressione e bassa autostima. Nei casi peggiori si parla di nomofobia, paura di non sentirsi connessi alla rete.

La dottoressa ha fatto notare che a tutto ciò si può arrivare nei momenti della nostra vita in cui siamo particolarmente frustrati, fragili e vulnerabili e cerchiamo rifugio nei social, che finiscono col sostituirsi ad altre attività quali lo sport, la scuola, le relazioni familiari e altro.

A questo punto della trattazione è intervenuta la dottoressa Maria Chiara De Leone, la quale ha parlato di Neuroplasticità ovvero di una trasformazione strutturale del cervello umano, correlata a un impiego massiccio e prolungato dei dispositivi elettronici che abbiamo a disposizione.

In giovane età il nostro cervello è particolarmente flessibile e una iperconnessione alla rete unitamente a una iperstimolazione di esso possono generare ansia, insonnia, impulsività e attenzione divisa, che creano difficoltà di concentrazione.

Possiamo dire che la tecnologia lavora su emozioni istantanee che rapidamente scompaiono, senza creare qualcosa di più profondo come potrebbe essere un sentimento.

A tal proposito l’intervento del comunicatore Paolo Nanni si è incentrato sul tema della tecnologia digitale come strumento per costruire opportunità, da un lato, e come una giostra emozionale, dall’altro.

Essa può essere occasione di cultura, lavoro, viaggio, intrattenimento, formazione, se sappiamo selezionare tutto ciò che ci viene trasmesso, oppure si riduce a un susseguirsi di stimolazioni emozionali repentine, ad una ricezione passiva delle stesse e il nostro cervello viene plasmato proprio per la sua neuroplasticità.

A questo punto il consiglio è quello di disintossicarsi dalla tecnologia digitale, riducendo gradualmente il tempo da dedicare alla rete e selezionando gli stimoli che essa compulsivamente ci invia.

Gli esperti hanno sottolineato inoltre l’importanza di fare attenzione ai segnali di disagio e parlarne in famiglia, ricordando che eventualmente è sempre possibile chiedere aiuto o un consiglio presso gli ambulatori dell’Ast appositamente dedicati al disagio giovanile o ai vari sportelli di ascolto gratuiti (Family Point) presenti sul territorio.

C’è anche un numero WhatsApp attivo a cui è possibile inviare messaggi per maggiori informazioni, il 3703657199.

A chiudere l’incontro, l’intervento degli studenti con domande e considerazioni sui quelli che possono essere i benefici della rete, ma anche sulle insidie che in essa si nascondono e a cui occorre fare particolare attenzione.

A questo dibattito tra esperti, studenti e genitori ne seguiranno altri per intraprendere dei percorsi formativi ed educativi, in collaborazione con gli enti locali, al fine di aiutare i nostri giovani a vincere le loro insicurezze e fragilità e a superare le difficoltà di una vita sempre più convulsa anche con un corretto utilizzo della tecnologia.
Ha coordinato l’incontro la professoressa Lucia Palombi.

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