“Istanti dal fronte. La Prima Guerra Mondiale nei disegni di Giuseppe Cominetti” è il titolo della mostra che s’inaugura domani – sabato 24 ottobre – a Palazzo Claudi di Serrapetrona. E’ promossa dalla Fondazione Claudi, in collaborazione con il Comune, per il centenario del conflitto. Resterà aperta al pubblico fino al 27 dicembre (ingresso gratuito). Gli orari: il sabato dalle 15.30 alle 19.30, la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30.
Domani (sabato 24 ottobre), per la cerimonia d’apertura, è previsto un incontro di presentazione alle 16 nella chiesa di San Francesco, al centro del paese, cui intervengono la curatrice Beatrice Buscaroli Fabbri, il presidente della Fondazione Claudi, Massimo Ciambotti, il sindaco di Serrapetrona, Silvia Pinzi, nonché Alessandro Mecozzi, collezionista di cartoline militari in franchigia, e Alvise Manni del Centro studi civitanovesi. Seguiranno, poi, a Palazzo Claudi il taglio del nastro e la visita all’esposizione.
Sono passati 85 anni dall’ultima grande mostra di disegni di guerra di Cominetti, all’epoca accolta dal ridotto del Teatro Quirino di Roma. L’artista, che l’anno successivo sarebbe scomparso, non era potuto essere presente. Per l’occasione Marinetti pronunciò quello che le cronache riportate da “L’Impero” tramandano come “un fervido discorso”. L’Accademico d’Italia evidenziò il raggiungimento dei “vertici dell’epica nella sintesi rigorosa ed espressiva del tratto, nel vigore rappresentativo della composizione, nel senso eroico dei ritmi titanici e nella profonda verità dell’atmosfera ambientale”. Aggiungendo note di roboante retorica, figlie dell’elogio marinettiano della guerra come “sola igiene dei popoli, martirizzati dal pacifismo”.
Tutto questo oggi si è decantato. E la mostra, con la scabra potenza del segno, restituisce un artista di notevolissima levatura e un documentarista di grande efficacia. Non è un caso se alcuni di questi disegni erano destinati a raccontare la guerra, già dagli inizi, nel ’14 sulle Ardenne, ai lettori di riviste illustrate francesi. Sul fronte, prima francese poi – da volontario – su quello italiano, Cominetti fu soldato al fianco di tutti gli altri soldati, visse dentro quelle trincee e sotto il fuoco austro-ungarico sul Grappa, documentando da artista quale era ciò che vedeva e soprattutto viveva.
Nei disegni, di diversissima dimensione (numerosi sono molto grandi), egli fa sintesi di infinite realtà che lui e gli altri vivono quotidianamente: i corpo a corpo dei fanti, i cumuli di morti, le sortite della cavalleria, le cadute degli aeroplani, gli scoppi delle granate, i momenti di riposo, meglio di abbandono, nelle trincee e nei ricoveri. Ma anche l’esodo dei profughi veneti sotto i loro carichi di masserizie, lo sfacelo delle case, i buoi abbandonati tra i solchi sotto le granate. Insomma il volto tremendo e vero della guerra, reso con l’essenza del bianco e nero della semplice matita.
Quelle di Cominetti sono certo ineguagliate pagine documentarie, che come tali sono entrate in musei e centri di documentazione in tutta Europa. Ma sono anche, e soprattutto, superbe opere d’arte, di un artista che trovò una strada autonoma tra divisionismo e futurismo e nuove avanguardie, dimostrando l’eccellenza come pittore, disegnatore, scenografo, costumista e persino designer tra l’Italia e Parigi. Prima di essere annullato, lui che aveva superato anni di prima linea, da un banale incidente in motocicletta.
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