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Sanità regionale, il Circolo Pd: “AAA…Medico di base cercasi”

Sanità: “Qualità, condizione di chi è sano, cioè in buona salute.” Questo è quanto recita il vocabolario Treccani alla voce sanità. Quanto di più lontano purtroppo dalla realtà, se si declina tale termine nell’accezione di sanità pubblica locale. La nostra sanità pubblica è infatti tutt’altro che sana e in buona salute, soprattutto da quando a gestirla è l’attuale amministrazione regionale. Per un sistema che funzioni ci vogliono presupposti di assistenza e cura garantiti a tutti. Cura vuol dire presenza, prossimità, conoscenza, vuol dire fiducia. Il primo presidio di cura è la medicina del territorio, il medico di base. Il primo anche per ordine di importanza. Non garantire efficienza ed efficacia a questo presidio è minare colpevolmente il diritto alla salute di una comunità oltre che il senso di sicurezza, tranquillità, accoglienza e cittadinanza degli abitanti del territorio.

Sorvolando sull’inquadramento a livello centrale di tali figure, è purtroppo la gestione del servizio a livello periferico che fa acqua da tutte le parti. È finito il tempo della propaganda elettorale, e Acquaroli e i suoi dovrebbero iniziare a dare risposte concrete. Gli slogan non curano i cittadini, non li assistono. Nelle Marche i medici, quando motivati, sono sovraccarichi di pazienti, con sostituzioni sottomisura e inefficaci in caso di sospensione delle attività o, peggio ancora, di pensionamento. C’è un lento ed inesorabile demansionamento e depotenziamento degli strumenti del medico di base che, quando va bene, ne fa dei distributori di prescrizioni…

Preoccupa poi la totale scomparsa dei servizi ambulatoriali. Ed è chiaro perché poi l’utenza si riversi in massa per controlli, visite, diagnosi di affezioni (magari anche banali) nel sistema ospedaliero, congestionandolo. Manca la vera medicina di base, manca assistenza di prossimità, mancano quei servizi di accoglienza capillare che avrebbero invece la fondamentale funzione di filtro verso il sistema ospedaliero. Ed è così che per trovare un medico motivato, che scelga di prenderti in carico, chi può permetterselo, ancora una volta (e per un servizio che gli spetta di diritto), si rivolge al privato. Al privato che poi ti chiederà accertamenti da farsi nel privato e prestazioni specialistiche da ricevere nel privato, dove chi può si cura e chi non può… Eppure, il nostro assessore regionale in fase di propaganda elettorale sembrava determinato a risanare il comparto sanitario.

Oltretutto non si può dire che non conosca l’importanza della sanità di prossimità nelle zone interne della regione. Tante bandiere e proclami per cosa? Agevolare il costante depauperamento delle strutture ed infrastrutture; favorire il privato con la completa assenza di azioni concrete a sostegno della sanità pubblica; nessun intervento innovativo (anche sulla scorta di esempi non troppo lontani) per una organizzazione territoriale a supporto di quella specialistica centralizzata e focalizzata nei grandi centri. La politica e il governo della regione si fa con i fatti, con gli investimenti e non con gli slogan, e soprattutto si governa per tutti, non solo per chi ha nel portafogli il lasciapassare per le proprie cure.

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