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Simone Fattobene davanti agli strumenti per la molitura delle olive
Simone Fattobene davanti agli strumenti per la molitura delle olive

Olio nuovo? Poco ma di ottima qualità: a San Martino festa dei produttori locali

È ormai alle porte la stagione della raccolta delle olive, ma quella attuale è stata un’annata produttiva tra luci ed ombre. A causa della bassa allegagione si raccoglierà circa la metà del prodotto delle annate migliori. Tuttavia, grazie alle piogge abbondanti della primavera che hanno permesso un ottimo sviluppo della drupa dell’olivo, mentre l’estate dal clima secco ha tenuto alla larga i parassiti come la mosca, che proliferano con l’umidità, quella che si raccoglierà sarà di ottima qualità.

A San Severino però i produttori non mollano e si sta organizzando anche per quest’anno la festa dell’olio nuovo per San Martino, con l’asta a fine novembre.

«Quest’anno il raccolto sarà scarso – confermano i produttori Nunzio e Simone Fattobene -, ci sono delle zone in cui l’allegagione non si è nemmeno verificata. Il prodotto che raccoglieremo però sarà di ottima qualità. Per garantire un prodotto di eccellenza abbiamo allestito un frantoio in azienda, la nostra filosofia sarà quella di raccogliere le olive al mattino ed effettuare la molitura alla sera, in modo da preservare le qualità organolettiche ed ottenere un olio di grande qualità. A breve avvieremo la raccolta, il frantoio è un grosso investimento ma dal punto di vista logistico ci permette di lavorare al passo con i tempi, raccolto e molitura immediata, che è alla base della qualità dell’olio. Avendo la struttura in azienda è tutto molto più semplice, un altro fattore essenziale è lo stoccaggio dell’olio in botti sotto azoto, è così che abbiamo un prodotto di eccellenza».

La tradizione dell’olio è radicata a San Severino, tanto che nella zona di Stigliano è stato trovato anche un antico frantoio, datato 1832.

Raccontano Simone e Nunzio Fattobene: «Si trova in una cosiddetta casa padronale di proprietà privata ed esso mostra che la tradizione della lavorazione dell’oliva è centenaria. Il frantoio è perfettamente integro, c’è la macina in pietra che veniva movimentata con l’asino, le presse con la vite di legno, c’è ancora tutta l’attrezzatura per fare l’olio. È stata un’emozione entrare e scoprirlo, quasi come un’antica tomba, era abbandonato da decenni in una cantina sottostante la casa. C’è scritta la data 1832, una tradizione radicata nel nostro territorio».

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