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La statua di san Luigi Orione
La statua di san Luigi Orione a San Severino

I 150 anni dalla nascita di san Luigi Orione: anche in città il frutto della sua opera

Il 23 giugno di 150 anni fa nasceva a Pontecurone, in provincia di Alessandria, san Luigi Orione, canonizzato nel 2004 da Papa Giovanni Paolo II.

Il sacerdote morì a Sanremo nel 1940. Oggi, in questo anniversario, tutti lo ricordano e pure da San Severino si leva un pensiero in sua memoria.

Qui è stato e ha fatto del bene a tanti giovani, come può leggersi nell’articolo che segue. E i semi da lui gettati continuano a dare frutto, nonostante il trascorrere del tempo e i segni lasciati dal recente terremoto. Proprio in coincidenza di questa data, e dell’inizio dell’estate, è stato riaperto l’Oratorio interparrocchiale che porta il suo nome e che è nato nella struttura pensata per accogliere tanti giovani…

C’è tanto da lavorare per ricostruire case e cuori, ma come diceva don Orione, “la divina provvidenza” non si stanca mai di dare una mano. E quindi teniamo viva la speranza.

Pubblichiamo, di seguito, un articolo di Silvano Clappis tratto dal sito ufficiale della Piccola Opera della Divina Provvidenza fondata da don Luigi Orione.

SAN SEVERINO MARCHE: LA SECONDA VITA DELL’ISTITUTO SACRO CUORE

L’Istituto Sacro Cuore di San Severino Marche non muore, anzi torna a vivere. L’opera orionina, istituita oltre cent’anni fa, trova ancora motivo per fare del bene, seppure a distanza di migliaia di chilometri dalla cittadina marchigiana.

Per iniziativa di una infermiera di origine senegalese, Marie Ange Diagne che presta servizio all’ospedale Maggiore di Bologna le suppellettili e altro materiale che era rimasto in deposito all’interno dell’Istituto è partito alla volta del Senegal e precisamente a Oussouye, un piccolo centro di circa 5mila abitanti nel sud del Paese, dal quale lei proviene.

«Grazie all’interessamento di Don Alberto Bindi, che ho conosciuto frequentando la parrocchia orionina di “San Giuseppe B. Cottolengo” a Bologna, dove lui era parroco – ci dice Marie Ange – ho potuto ricevere questo materiale che servirà ad arredare una casa dove soggiornano i medici e i sanitari che giungono dall’Europa volontariamente e che poi vanno a prestare il loro servizio nell’ambulatorio e dispensario che si trova nella foresta per le popolazioni più povere, a circa 20 chilometri di distanza».

Trasferito all’Istituto “Don Gentili” di Fano Don Alberto Bindi, oggi responsabile dell’Archivio Don Orione in Roma, è rimasto in contatto con l’infermiera e per esaudire la sua richiesta le ha proposto di utilizzare quanto si trovava ancora all’Istituto di San Severino. Così un bel giorno, è partito alla volta del Senegal un container contenente letti, reti, armadietti, ma anche porte, finestre, sanitari e poi ancora materassi, coperte, copriletti, vestiti, con destinazione Oussouye.

«Non è stato facile organizzare una simile impresa – continua Marie Ange che da sola porta avanti la missione ‘Kalambenò’ (“solidarietà” in lingua diola) – perché i costi del viaggio sono molto alti, ma con l’aiuto dell’associazione ‘Casa del fanciullo’ di Ravenna ci sono finalmente riuscita. Devo ringraziare di cuore la carità orionina per questo bellissimo gesto di generosità e fraternità in favore dei più poveri».

Fu lo stesso Don Luigi Orione nel 1921 a volere aprire un istituto a San Severino per ospitare orfani e abbandonati su espresso desiderio del conte Severino Servanzi Collio, Guardia Nobile di Papa Benedetto XV, che gli donò il Castello al monte. Il 27 dicembre di quello stesso anno Don Sterpi (al posto di Don Orione che si trovava in America Latina), Don Fiori e il chierico Vaccari aprirono ufficialmente l’Istituto per artigianelli. Don Orione rimase molto attaccato a questo istituto, che visitò spesso fino all’ultimo, forse perché era una delle prime opere che vide nascere e crescere con grande entusiasmo e partecipazione.

Nel 1958 l’Istituto “Sacro Cuore” al Castello fu trasferito in un vecchio tabacchificio, completamente ristrutturato, che si trova vicino al centro città, anche per agevolare la frequenza scolastica degli allievi. Qui l’opera rimase in attività fino al 1990 quando fu costretta a chiudere per un calo di richieste.

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