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Il chiosco in costruzione
Il chiosco in costruzione

Il chiosco dei giardini: “Poche idee ma confuse”

Come dovevasi dimostrare, l’operazione dalle demolizione e ricostruzione del chiosco dei Giardini si è rivelata una debacle su tutti i fronti. Leggo su un settimanale locale un report sull’ultimo Consiglio comunale nel quale si è discussa anche la situazione del chiosco dei Giardini Coletti, i cui lavori, la cui fine era prevista per lo scorso gennaio, sono fermi da tempo.

Già qualche settimana fa il sindaco aveva messo le mani avanti sulla questione affermando che i lavori erano in ritardo perché si doveva approfondire la questione dell’arredo. Ora, alle strette, ha passato la patata bollente a un assessore che, alle richieste dei gruppi di opposizione e all’evidenza dei fatti è costretto ad ammettere che il ritardo dei lavori è dovuto “all’esecuzione di una variante”. Inoltre ci sono problemi anche nell’individuazione dei gestori. Due avvisi sono andati deserti e “abbiamo quindi fatto ulteriori riflessioni anche in virtù della crisi economica, proponendo per il terzo avviso un canone di locazione agevolato”.

Ma come è possibile?

Un progetto per una nuova costruzione, voluto dall’Amministrazione, affidato con incarico fiduciario e dalla stessa committenza approvato ora necessita di una variante? Questo può solamente significare che erano sbagliati gli input iniziali, come gli oltre seicentocinquanta firmatari della petizione avevano intuito e sostenuto.

Secondariamente un intervento di questo tipo, non condiviso preventivamente con nessuno, non ha neanche un business plan alle spalle? Eppure la crisi non è iniziata un mese fa e la città pullula da tempo di bar e ristoranti con un mercato evidentemente saturo. I soldi sono stati spesi alla cieca? Sembrerebbe di sì. Se è vero, come si legge dagli atti che si è partiti con un affitto di 900 euro mensili e l’asta è andata deserta. Stesso esito per l’offerta ribassata a 800 euro mensili. Ora, candidamente, l’assessore parla di affitto agevolato? Allora l’operazione è del tutto insostenibile economicamente. Ma dove stanno quei sedicenti manager che volevano gestire il Comune come un’azienda? Poche idee, ma sbagliate…

Luca Maria Cristini

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