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Francesco Rapaccioni e Lucia Mascino
Francesco Rapaccioni e Lucia Mascino

Prosa, il delicato ma potente monologo di Lucia Mascino riaccende il Feronia

Nella vita niente è più facile e meraviglioso che iniziare a fare qualcosa. Si disegnano davanti ai nostri occhi una miriade di possibilità, come nebulose lontane, emozionanti ed allo stesso tempo rassicuranti perché semplici speculazioni su un futuro ancora ignoto. Sono tutto e niente. Nulla è invece più reale, e più complicato da affrontare, della stasi quotidiana, del rallentare ed incagliarsi della vita di tutti i giorni, in cui è difficile trovare l’ispirazione per una storia da raccontare, o meglio da continuare. La scrittrice in crisi protagonista di Smarrimento ne è ben consapevole: si è arenata nella scrittura dei suoi romanzi, non riesce a trovare alcuna continuazione, e parla con il pubblico venuto per assistere al suo reading, desiderosa di instaurare un confronto, di ottenere comprensione, di trovare conferme allo stato di confusione che prova, alla sensazione di incompletezza che è in realtà condizione esistenziale universale. I personaggi di Anna, Paolo e Margherita, che prendono vita tramite il corpo della loro creatrice, raccontano della loro vita umanamente imperfetta, delle loro fragilità e dei loro fantasmi, con i quali ciascuno potenzialmente può empatizzare.

Il monologo di Lucia Calamaro, interpretato da Lucia Mascino, è delicato e allo stesso tempo molto potente, un inno alla spinta generatrice insita in ogni principio, affinché possa non esaurirsi ma perpetuarsi. Grande è stato l’entusiasmo in sala, con un lungo applauso che ha accompagnato la chiusura del sipario. Particolarmente significativa e di buon auspicio per il prosieguo della stagione teatrale anche la citazione con la quale il direttore artistico Francesco Rapaccioni ha salutato gli spettatori: “La cultura è un bene comune primario come l’acqua; i teatri, le biblioteche e i cinema sono come tanti acquedotti”.

Sara Della Mora

I prossimi appuntamenti

Sabato 22 gennaio, Enzo Decaro insieme a Giuseppe Brunetti, Francesca Ciardiello, Lucianna De Falco, Carlo Di Maio, Massimo Pagano, Gina Perna, Giorgio Pinto, Ciro Ruoppo e Fabiana Russo in “Non è vero ma ci credo” di Peppino De Filippo, per la regia di Leo Muscato.

Sabato 29 gennaio, Isabella Ragonese in scena con “Da lontano”, testo e regia ancora di Lucia Calamaro.

Venerdì 11 febbraio, Lello Arena, Giorgia Trasselli, Raffaele Ausiello, Marika De Chiara, Andrea de Goyzueta, Carla Ferraro, Serena Pisa e Fabrizio Vona e lo spettacolo “Parenti serpenti” di Carmine Amoroso per la regia Luciano Melchionna.

Domenica 27 febbraio, Emilio Solfrizzi, Rosario Coppolino, Antonella Piccolo, Lisa Galantini, Sergio Basile, Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Pietro Casella e Cecilia D’Amico in “Il malato immaginario” di Molière per l’adattamento e la regia di Guglielmo Ferro.

Mercoledì 20 aprile, Giorgio Lupano, Gabriele Pignotta, Attilio Fontana, Fabio Avaro, Siddhartha Prestinari e Malvina Ruggiano in “Tre uomini e una culla” di Coline Serreau per la regia di Gabriele Pignotta.