C’è fermento, ma soprattutto c’è grande preoccupazione tra i pazienti seguiti presso il day hospital di Oncologia, struttura semplice Dipartimentale San Severino Marche – Camerino al “Bartolomeo Eustachio”, all’indomani della notizia che in primaverà andrà in pensione il suo primario, la dottoressa Benedetta Ferretti, medico oncologo di nota professionalità.
La struttura segue un numero elevato di pazienti che provengono dalle zone montane e non solo, consentendo di essere curati con estrema competenza e senza il disagio di grossi spostamenti, con vantaggi per i pazienti stessi e per coloro che di questi si occupano. Tale vantaggio diventa più consistente se si pensa che la maggior parte dei pazienti sono anche anziani.
La struttura diretta dalla dottoressa Ferretti nasce 21 anni fa con un carattere itinerante per San Severino, Camerino e Matelica, e attualmente, con l’aiuto della dottoressa Maria Ilaria Adinolfi, dispone di un personale infermieristico specializzato con un’eccellente preparazione unita a un affiatamento che consente loro di fare veri miracoli. Ne beneficia un clima di armonia che i pazienti possono respirare, nonostante la frenetica attività che la carenza del personale impone da sempre.
Fa un certo effetto sentire l’affetto che i pazienti hanno nei confronti della dottoressa Ferretti e del suo gruppo di lavoro: “Noi pazienti veniamo chiamati per nome e, ad ogni ingresso in reparto, lo sguardo dell’infermiere di turno aggancia i tuoi occhi chiedendoti “Come stai?”. Vi sembra poco?”.
Si può, quindi, immaginare la preoccupazione che si è diffusa tra tutta la popolazione alla notizia che dal mese di maggio Benedetta Ferretti andrà in pensione, nonostante abbia richiesto una permanenza in servizio fino al raggiungimento di quarant’anni di lavoro effettivo. E ciò avrebbero consentito un’ulteriore sua presenza di tre anni.
La perdita della competenza e delle qualità umane della dottoressa Ferretti saranno motivo di forte apprensione comunque per i pazienti oncologici, ma tale sentimento si trasforma in vera angoscia se si aggiunge il timore di vedere smantellato un reparto così fondamentale per la qualità della loro vita: un reparto che rappresenta una vera eccellenza.
Chi sostituirà la dottoressa Ferretti?
L’attuale struttura riuscirà ad essere preservata?
Verrà mantenuta l’autonomia della struttura?
Vi sarà una nomina di un primario specifico per il day hospital?
Sono tutte domande in attesa di risposta. Chiaramente tutti auspicano che la politica possa trovare strade per consentire un’uscita della Ferretti più lenta, così da permettere un indolore passaggio del testimone e, comunque, la preservazione dell’autonomia della struttura oncologica, come oggi è. Questo passa attraverso il mantenimento del personale ad oggi presente e tramite la designazione di un sostituto della dottoressa Ferretti che sia specificatamente dedicato alla struttura stessa, affinché l’immenso sforzo profuso negli anni non vada disperso.