Negli ultimi tempi si sta facendo sempre più stringente il confronto tra i sostenitori della vaccinazione anticovid e i cosiddetti No Vax che non si vogliono vaccinare e, quindi, si oppongono fieramente a qualsiasi ipotesi di obbligo vaccinale.
Il mio vuole essere semplicemente un contributo alla riflessione che, in ogni caso, coinvolge tutti dal momento che ciascuno di noi è stato chiamato a decidere se vaccinarsi o no.
Per sviluppare un ragionamento obiettivo mi pare indispensabile partire dai dati di cui siamo tutti in possesso. Pertanto non si può non constatare che, da quando è iniziata la campagna di vaccinazione, abbiamo assistito ad un progressivo crollo dei contagi su scala nazionale (ed europea), ad una crescente riduzione dei ricoveri ospedalieri, specie in terapia intensiva, e, soprattutto, ad una grande diminuzione delle morti. Dunque non si può discutere dell’efficacia o meno dei vaccini anticovid, a cominciare dal vaccino Pfizer/BioNTech che a fine agosto è stato definitivamente approvato dalla Fda (Food and Drugs Administration) statunitense. A giorni si attende il riconoscimento anche di Moderna, sempre da parte della Fda.
Dunque, al momento, per fronteggiare la pandemia in tempi rapidi, abbiamo solo quest’arma: il vaccino. Si sa tuttavia che se non si raggiungesse una quota di popolazione vaccinata intorno all’ottanta per cento, non si avrebbe quella copertura che permetterebbe di proteggere dal virus anche le persone che per vari motivi di salute non possono vaccinarsi.
Qui s’impone la prima importante riflessione: vaccinarsi è solo un diritto individuale di cui dispongo per decidere se avvalermene o meno, oppure va commisurato al fatto che incide anche sulla salute, e quindi sulla vita, degli altri?
Un No Vax mi direbbe che anche con il vaccino si potrebbe rischiare la vita… È ipoteticamente vero, come per molti medicinali che conosciamo, tenuto conto pure delle morti avvenute dopo la somministrazione del vaccino, di cui però mi sembra che, ad oggi, non sia ancora stata accertata nessuna correlazione diretta. Ammesso tuttavia il beneficio del dubbio, è evidente come non ci sia paragone tra i rarissimi casi di morte presunta da vaccino rispetto ai milioni di vite salvate finora in tutto il mondo dai vaccini utilizzati non solo per il covid.
Ritorno allora al tema del diritto/dovere di vaccinarsi in relazione non solo alla tutela della propria salute, ma, in caso di pandemie, anche di quella degli altri, specie dei più deboli e indifesi. Emerge qui con tutta evidenza un obbligo morale di salvaguardia della vita altrui, oltre che della propria, addirittura sancito dalla Costituzione all’articolo 2 che recita: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
Quindi la tutela della salute altrui si configura come un dovere di solidarietà inderogabile sul quale anche i No Vax sono chiamati a riflettere e ad impegnarsi.
Per i cristiani l’invito va oltre l’obbligo morale e costituzionale, se anche Papa Francesco ha recentemente affermato che vaccinarsi è un atto d’amore! In effetti per un credente quanto è più grande umanamente spendersi fino a sacrificarsi per gli altri, piuttosto che chiudersi egoisticamente in se stessi. Quale vantaggio ne avrebbero a tacitare la propria coscienza di fronte al rischio, molto concreto, di ammalarsi di covid e di trasmetterlo, soprattutto ai più fragili, rispetto a quello, molto ipotetico, e in ogni caso molto raro, di conseguenze nefaste del vaccino?
Infine rispetto all’obbligo vaccinale ritengo che sarebbe molto meglio evitarlo, anche perché di difficile e pesante attuazione per costringere le persone a sottoporsi al trattamento. Dunque meglio proseguire con il metodo del dialogo e della proposta per risvegliare la sensibilità delle coscienze che porterebbe, senza dubbio, ad un incremento di civiltà umana e cristiana di cui il mondo ha sempre più bisogno, essendo in balia di un pensiero individualista, narcisista e consumista che spesso sfocia nella violenza.
Massimo Altobelli