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L'intervento del prof. Alberto Pellegrino al convegno al Feronia
L'intervento del prof. Alberto Pellegrino al convegno al Feronia

I 700 anni di Dante: in Pinacoteca i bozzetti del Bigioli sulla Divina Commedia. Un convegno per celebrare l’evento

Nel pomeriggio di sabato 25 settembre si è svolto il convegno “Dante Alighieri e Filippo Bigioli. Tra arte, poesia, teatro e teologia”, organizzato dall’Amministrazione comunale di San Severino e dalla Fondazione Salimbeni.

Filippo Bigioli (figlio dello scultore Venanzio) nacque a San Severino nel 1798 e morì a Roma nel 1878, fu pittore e incisore. Negli anni Cinquanta dell’Ottocento gli vennero commissionati da Romualdo Gentilucci di Fabriano ventisette bozzetti incentrati sui canti della Divina Commedia. Da questi, furono in seguito tratti i soggetti per delle grandi tele, oggi disperse, dipinte a “finto arazzo” con colori vegetali direttamente sulla tela e senza imprimitura da Bigioli ed altri artisti.

Ora i bozzetti ad olio sono visibili in Pinacoteca, nell’apposita “Sala Bigioli” allestita al piano terra, dove sono esposti insieme ad altri dipinti dell’artista: la sala è stata inaugurata alle 16, un’ora prima dell’inizio del convegno al Feronia.

All’incontro sono intervenuti il sindaco Rosa Piermattei, il professor Alfredo Luzi (Università di Macerata), padre Pietro Maranesi (docente di Teologia e di Francescanesimo all’Istituto Teologico di Assisi e all’Università Antoniana di Roma), il professor Alberto Pellegrino (storico del teatro) e l’assessore alla Cultura e vicesindaco Vanna Bianconi; Stefano Papetti (curatore delle collezioni comunali di Ascoli Piceno) non ha potuto partecipare e ha inviato una sintesi del suo scritto, letta da Marco Costarelli. Ha moderato l’evento la giornalista Barbara Olmai.

Il sindaco ha ringraziato i presenti e i relatori, in particolare l’impegno dell’assessore Bianconi e di Alberto Pellegrino, sempre pronti a dare il massimo quando si tratta di portare a termine un progetto culturale capace di valorizzare la città, come l’evento della giornata. Dopodiché, gli interventi critici hanno messo in risalto come l’opera di Dante Alighieri abbia pervaso, nei secoli, ogni campo della cultura italiana: arte, letteratura, poesia e teatro.

Il discorso (riportato) di Papetti ha ben esposto la genesi e lo sviluppo dei bozzetti di Bigioli sopra citati, e successivamente la lezione del professor Luzi ha sviscerato l’influenza che ha avuto l’opera di Dante nella critica e nella poesia di Mario Luzi. Dante come colui che ha saputo sintetizzare perfettamente «l’incontro del linguaggio enigmatico, la metafora poetica che nasconde la forza rivelatrice, con il linguaggio della Salvezza, “kèrigmatico”. La poesia di Dante è stata la base sulla quale Luzi, in certi suoi componenti, si è pienamente appoggiato, mostrandoci come il Sommo Poeta, con il suo telos rivelatore, con il suo impianto etico-stilistico, possa influenzare lungamente la letteratura».

L’intervento di padre Pietro Maranesi si è focalizzato non sull’eredità di Dante, ma su cosa Dante ha preso dagli altri, dai dotti degli ordini religiosi, come dai francescani Bonaventura da Bagnoregio e Ubertino da Casale. Nei canti del Paradiso, come nell’XI, evidenti sono i riferimenti teologici medievali dai quali Dante ha attinto, certe volte palesemente trascritto: Maranesi ha puntualmente esposto il debito di Dante nei confronti della teologia della sua epoca ed antecedente a lui.

Alla fine del discorso, è stato proiettato un inaspettato video di Vittorio Sgarbi, dove si congratula per l’iniziativa, ribadendo l’importanza dell’opera del Bigioli per la storia culturale della città di San Severino.

L’ultimo intervento critico è stato quello del professor Pellegrino, sulla figura di Francesca da Rimini nel teatro moderno. La protagonista del noto canto V dell’Inferno ha ispirato vari autori e «da Silvio Pellico, nel 1815, a D’Annunzio, Francesca ha subito una mutazione costante nel tempo, è stata rivalutata, portandola da peccatrice verso cui Dante provava una certa pietà, per la quale svenne dal dolore, a eroina romantica che muore per amore sincero».

Ha concluso il convegno l’assessore Vanna Bianconi, ringraziando il pubblico, i relatori e tutti i collaboratori che hanno preso parte all’evento, ricordando come questi incontri siano un importante segno di ritorno graduale alla normalità, uno stimolo per tutte le attività culturali da rinvigorire (come far ripartire la Fondazione Salimbeni), per tornare a “riveder le stelle”, dopo essere stati colpiti prima dal terremoto ed ora dalla pandemia. Infine, prossimamente, verranno pubblicati gli atti del convegno con tutti gli interventi che si sono tenuti.

Silvio Gobbi

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