L’annunciato tifone su Tokyo ha virato a nord e quindi ha solo lambito la città sede dei Giochi olimpici, dove si sono registrati solo pioggia e vento, a tratti piuttosto intensi. Poi il tempo è migliorato, è addirittura tornato il sole.
Ce lo racconta dal Giappone Roberto Taddei nel suo “diario olimpico”.
“Dal punto di vista del lavoro vi lascio immaginare sullo stadio di beach, tutto scoperto, cosa abbiamo dovuto fare per usare le apparecchiature elettroniche. Abbiamo impermeabilizzato con cellophane tutti i connettori elettrici ed ethernet al fine di evitare il ‘corto’ degli impianti elettrici. I miei colleghi della ‘Data project’ sono dovuti andare (ovviamente dietro autorizzazione del Comitato organizzatore e con loro accompagnatori) in un quartiere dell’elettronica, sempre a Tokyo, per acquistare del materiale di lavoro. Essendo un quartiere esterno rispetto all’area dei Giochi olimpici, i cittadini giapponesi li guardavano come se fossero degli ‘appestati’! All’esterno del quartiere olimpico, infatti, non tira una bella aria nei confronti degli stranieri. Ovviamente nessuno inveisce o minaccia, sia di giorno che di notte. Mi è capitato di prendere il taxi (quelli autorizzati dal Comitato organizzatore) alle 2 della notte per tornare dalla Ariake arena all’hotel e ho avuto sempre la sensazione di sicurezza in qualsiasi momento. Ma c’è la percezione di essere non graditi da parte dei cittadini locali a Causa della pandemia”.