Si è spenta la Sorella Clarissa sr. Maria Bernarda Bucca (al secolo Giuseppa) che, nata il 23 maggio 1925, aveva emesso la Professione solenne il 30 ottobre 1947. E’ stata per vent’anni nel monastero di San Severino. Così la ricordano le Clarisse.
Nata a Barcellona Pozzo di Gotto, bellissima città della terra siciliana, che ha sempre avuto un posto speciale nel suo cuore, fu educata ai valori della fede in una famiglia semplice e povera, in cui hanno regnato affetto e unità. Ha avuto sempre un legame speciale con la sua terra e con la sua famiglia, in particolare con le sue sorelle Franca, Maria e Francesca e con gli amati nipoti. Le sue origini, intessute di povertà e umiltà, hanno forgiato in lei quello spirito di semplicità e di piccolezza che l’ha sempre contraddistinta.
Da ragazza andò a vivere e a lavorare presso uno zio che aveva un mulino e, in quegli anni, conobbe un frate marchigiano, il grande p. Ferdinando Diotallevi, e rimase affascinata dalla sua predicazione. A lui confidò il suo desiderio di una vita interamente dedicata al Signore nella preghiera e nella povertà e fu lui a condurla al monastero di Camerino, luogo che custodiva la memoria e le spoglie di Camilla Battista Varano, luogo di grazia “in cui anche le mura parlano di santità”.
Fu così che, ad appena 18 anni, con fede e abbandono e con uno straordinario coraggio, lasciò la sua Sicilia per un lungo viaggio, un vero e proprio esodo che la condusse nella terra promessa di Camerino e della vocazione clariana. Si è donata al Signore nella semplicità evangelica, nella letizia francescana e nella bellezza di una consacrazione illuminata dall’esempio e dalle parole di Camilla Battista Varano.
Si è dedicata alla comunità attraverso la preghiera, la fedeltà alla liturgia, la cura dell’orto, la cucina e tanti servizi umili e semplici che ha compiuto con generosità e disponibilità. La sua grande passione, che l’ha accompagnata fino a che le forze l’hanno sostenuta, era coltivare fiori e piante aromatiche: amava stare all’aria aperta, ammirare i fiori e i colori in ogni stagione e lodare il Signore per la bellezza del creato.
Insieme alla comunità di Camerino, visse con fede e abbandono nel Signore tante vicende liete e tanti eventi difficili, fino al terremoto del 1997, in cui il monastero rimase gravemente lesionato e, con la comunità ridotta a poche sorelle, si intraprese il cammino per una rifondazione e una ricostruzione, che vennero affidate alla fraternità di San Severino. Nel 2002, all’inizio dei lavori di ristrutturazione del monastero camerte e dell’esperienza di rifondazione della comunità, accolse in spirito di obbedienza la chiamata del Signore a trasferirsi al monastero di San Severino, insieme alle altre sorelle anziane di Camerino. Con fede e abbandono compì il suo secondo esodo e per vent’anni la sua presenza ha arricchito la fraternità di San Severino. Ha edificato le sorelle con la sua bontà e purezza di cuore, con la sua generosità e umiltà e le ha rallegrate con il suo caratteristico accento siciliano, che non aveva mai perso, con i suoi modi buffi e simpatici, con le giaculatorie e preghiere in dialetto siculo.
Accolse con fede e abbandono anche la malattia che segnò la sua vecchiaia e le fece trascorrere nell’infermità gli ultimi anni della sua vita, ma che non ha intaccato la sua dolcezza e serenità. Assistita con amore dalle sorelle di San Severino, mentre si faceva sempre più piccola e gracile nel corpo, diventava sempre più grande nel cuore e nell’esempio di vita. Ad appena un mese di distanza, raggiunge in cielo Chiara Agostina, la sua cara “amica”
Lisetta e le sorelle della vecchia comunità di Camerino ormai quasi totalmente ricomposta in cielo, pronta a intercedere ogni grazia per le sorelle che in terra custodiscono l’eredità di Santa Camilla Battista Varano.
Sorelle Clarisse di San Severino e di Camerino