Home | Cultura | Recensione cinematografica: “Bliss”, il film di Mike Cahill
Euro Net San Severino Marche
Bliss
Bliss

Recensione cinematografica: “Bliss”, il film di Mike Cahill

Greg è sull’orlo di una crisi di nervi: sta divorziando dalla moglie, trascura i figli, ed è vicino al licenziamento. In un bar, incontra Isabel, una vagabonda. La donna afferma che il mondo in cui vivono non è reale, e può essere manipolato a proprio piacimento, tramite l’assunzione di certe pastiglie gialle. Ed è vero: prese queste pasticche, Isabel e Greg sono capaci di modificare la realtà, spostare gli oggetti e le persone (come se avessero dei superpoteri). Greg decide di stare con Isabel, mentre la figlia di lui, Emily, lo cerca disperatamente per la città. Per convincere completamente Greg, Isabel gli dà delle nuove pastiglie, questa volta di colore blu: una volta assunte, i due si risvegliano nel vero mondo. Greg capisce così di aver veramente vissuto in una finzione, un esperimento “mentale-virtuale” ideato in laboratorio da Isabel. Il vero mondo è ricco, pulito e senza drammi economico-sociali, l’opposto di quello in cui Greg si trovava prima. Ma anche in questo luogo perfetto, la popolazione ha dei problemi: in molti si annoiano, pochi sanno apprezzare la loro immensa fortuna. È per questo che Isabel ha inventato il simulatore di realtà, per insegnare alle persone ad apprezzare la fortuna che hanno, facendo vivere loro la simulazione di un “mondo peggiore”. Ma una volta scollegato dal simulatore, per Greg non è facile tornare alla vita vera e credere che ha vissuto una messinscena: i due mondi, il reale ed il simulato, si mescoleranno e la confusione prenderà il sopravvento.

Bliss è il nuovo film di Mike Cahill, una produzione Amazon, recentemente uscito su Prime Video. Come si evince dalla trama, è un film di fantascienza ambizioso, non banale nell’idea e nelle tematiche affrontate. Cahill cerca di dare una nuova rappresentazione della eterna insoddisfazione dell’uomo: anche in un mondo ricco, pulito, senza problemi né povertà, gli essere umani saranno sempre frustrati ed incapaci di apprezzare tutto ciò che di buono hanno. Ci sentiremo sempre incompleti: facciamocene una ragione, la soddisfazione non si può raggiungere, un indefinibile “qualcosa” mancherà sempre. Quindi, ecco la necessità di un marchingegno per insegnare alle persone ad apprezzare ciò che si ha, senza lamentarsi più per le inezie. Non è la prima volta che in un film si parla di realtà simulata: non si può dimenticare il distopico Matrix o, per esempio, Apri gli occhi (Alejandro Amenábar). La realtà virtuale può prendere il sopravvento: Greg si affeziona alla figlia, anche se la ragazza è una simulazione, non un vero essere umano. Ma quale mondo è quello vero? Se è vero, è per forza migliore e giusto? Vince la realtà o la simulazione, il mondo reale o quello fittizio? Greg non può più stare né in una vita né in un’altra, si è affezionato a tutte e due. Entrambe vere e finte, simulate e autentiche. L’uomo vive pienamente questa ambigua situazione e decide, alla fine, a quale dei due mondi appartenere. Greg porta a termine l’esperimento di Isabel nella maniera più inedita e migliore possibile: usare il simulatore non per imparare ad apprezzare il bel mondo che si ha, ma per decidere autonomamente quale realtà accettare. Essere liberi di scegliere, andando al di là dell’originario principio pedagogico dell’esperimento. Bliss ci insegna che la vera scelta giusta è quella fatta liberamente, seguendo le proprie convinzioni: il mondo oggettivamente migliore non esiste, non esiste un modello perfetto per tutti, ognuno ha il proprio.

Silvio Gobbi

Centro Medico Blu Gallery