Home | Attualità | Convento dei Cappuccini diventa ‘Centro di esperienza e formazione francescana’
Euro Net San Severino Marche
Il convento dei frati cappuccini con alcuni dei partecipanti alla fiaccolata di sabato 10 agosto
Il convento dei frati cappuccini con alcuni dei partecipanti alla fiaccolata di sabato 10 agosto

Convento dei Cappuccini diventa ‘Centro di esperienza e formazione francescana’

La comunità dei Cappuccini rafforza la sua presenza nel santuario del Santissimo Salvatore in Colpersito, uno dei luoghi di fede e spiritualità tanto cari alla città di San Severino e ai settempedani.

Il Convento diventerà un “Centro di esperienza e formazione francescana”.

Dice l’attuale padre guardiano fra Aurelio Pela: “Il santuario, che in passato ospitò per ben due volte la visita di San Francesco, verrà valorizzato per accogliere corsi di francescanesimo e ritiri spirituali. Arriveranno anche nuovi frati, tra cui uno specialista in francescanesimo. Sarà sicuramente una cosa bella per la nostra comunità”.

Attualmente il convento ospita tre cappuccini che da metà settembre aumenteranno a 6 con l’arrivo anche di un nuovo guardiano, fra Vittore Fiorini, che giungerà da Civitanova Marche, e di un esperto di francescanesimo, che arriverà da Assisi.

“Il luogo ha un’importanza storica molto grande per cui abbiamo pensato di valorizzarlo sotto questo profilo e farlo diventare un Centro di esperienza e formazione per proposte di carattere francescano – dice il settempedano fra Sergio Lorenzini, da poco tempo Ministro provinciale dei frati Cappuccini delle Marche –. La scelta è stata motivata anche dalla situazione della Diocesi che è un po’ in difficoltà dal punto di vista vocazionale”.

La costruzione risale all’XI secolo. Successivamente al convento venne aggiunto un nuovo corpo di fabbrica sul lato destro del vecchio edificio. Nel 1754 venne sopraelevato il piano delle cappelle e nel 1772 vi fu installato un lanificio. Il complesso ha subito aggiunte e alterazioni nel corso del Novecento ed è stato pure sede di un seminario.

“Apprendiamo con grandissima gioia la conferma di una notizia che era nell’aria e per la quale comunque abbiamo continuato a sperare in attesa dell’ufficialità”, commenta con soddisfazione il sindaco Rosa Piermattei, ricordando “l’impegno, dopo il terremoto, da parte dei Cappuccini delle Marche a favore della comunità locale con la consegna di una scuola provvisoria destinata agli alunni dell’Infanzia e di un tunnel di collegamento tra quest’ultima e il plesso del ‘Gentili’. Azioni che hanno dato una speranza in tutti noi e che ci hanno legato ancora di più a questa importante comunità religiosa”.

Fin qui la notizia.

Pubblichiamo a corredo del pezzo le foto della fiaccolata che sabato 10 agosto si è svolta con la partecipazione di un manipolo di fedeli. Sono partiti dal convento dei Cappuccini e hanno raggiunto a piedi il monastero delle Clarisse, al Castello, per celebrare la solennità di Santa Chiara e ricordare proprio il passaggio di San Francesco d’Assisi in questa nostra terra. Un cammino breve, vissuto nella bellezza francescana, pregando insieme e condividendo con semplicità una particolare esperienza di fede, di comunità. Tutto è nato da un’idea di fra Sergio Lorenzini, prontamente “sposata” dalle Sorelle Clarisse che hanno accolto i fedeli all’arrivo e hanno preparato nel piazzale del loro monastero la celebrazione del transito di Santa Chiara, creando un’atmosfera molto intima che favoriva il raccoglimento e la meditazione.

Sarebbe stato bello vedere più gente, ma forse per il periodo feriale o per le varie iniziative organizzate sul territorio nella notte di San Lorenzo hanno partecipato solo un centinaio di persone. Sarebbe stato bello anche per ringraziare fra Sergio che, come abbiamo visto, ci sta mettendo tutto il suo impegno per non far morire – anzi, far rifiorire – un luogo simbolo di San Severino come il convento di Colpersito. Sarebbe stato bello anche per manifestare una vicinanza forte alle Sorelle Clarisse che, nella loro silenziosa preghiera, stanno affrontando con tanta forza i notevoli disagi portati dal terremoto del 2016 nel loro monastero, chiuso per metà (chiesa compresa) a causa dei danni subiti. Sarebbe stato bello approfittare di un momento così significativo per ricompattare la nostra comunità e ricevere coraggio gli uni dagli altri, in modo da affrontare più coesi questo difficile periodo di ricostruzione, di ripartenza, di ricerca di una nuova normalità. Non è solo una questione di fede. E la politica non c’entra. Per questo ci siamo permessi di fare tale considerazione. Dobbiamo “ricostruirci”, senza perdere altri pezzi. Uniti siamo più forti. Così nel 2020 quelle cento fiammelle di speranza diventeranno mille… 

m. g.

Centro Medico Blu Gallery