La campagna di ascolto della Regione Marche per il nuovo Piano sanitario regionale ha fatto tappa anche a San Severino. La riunione, che riguardava i Comuni dell’alta valle del Potenza, di Matelica ed Esanatoglia, ha visto la partecipazione dell’assessore regionale Filippo Saltamartini, dei consiglieri regionali Elena Leonardi, Renzo Marinelli e Gianluca Pasqui, del direttore dell’Area vasta 3, Daniela Corsi, e del direttore sanitario Carlo Di Falco. Sono intervenuti sindaci e amministratori del territorio, nonché rappresentanti di ordini professionali e associazioni di volontariato del settore socio-sanitario come ad esempio Tribunale per i diritti del malato, Caritas, Avis, Croce rossa italiana, associazione Help Sos salute e famiglia, associazione Anello della vita onlus e Comitato per la difesa dell’ospedale “Bartolomeo Eustachio”. Era presente anche il vescovo di Camerino-San Severino, mons. Francesco Massara.
Cerchiamo di fare una sintesi di ciò che è stato dibattuto nella Sala Italia in tre ore di confronto, giudicato “costruittivo”.
Il nuovo Piano
La nuova Giunta boccia l’idea dell’ospedale unico provinciale. Nelle Marche ci saranno 13 ospedali di rete, di cui tre in provincia: Camerino, Macerata e Civitanova. E quello di San Severino? Resta come ospedale di base collegato alla struttura di Camerino. Gli altri (Matelica, Treia, Tolentino e Recanati) saranno ospedali di comunità. Macerata avrà il suo nuovo ospedale, ma non sarà “unico”. Nella riorganizzazione potrebbe saltare anche la logica dell’Asur Marche unica per tornare alle cinque Aree provinciali.
L’ospedale di San Severino
Oggi ha 78 posti letto divisi fra Medicina generale, lungodegenza e chirurgia in regime di week surgery. Ci sono poi l’oculistica, il servizio day hospital dell’oncologia e l’hospice. Più il punto di primo intervento (10.378 accessi nel 2019, prima della pandemia), la radiologia, il laboratorio analisi e le attività ambulatoriali.
Cosa ha chiesto il Comune
“Chiedo di revocare la determina 742 del 2019 (attualmente solo sospesa; ndr) che prevede il declassamento a unità semplici l’oncologia, la radiologia e l’hospice – sono le parole del sindaco Rosa Piermattei – e inoltre chiedo un supporto medico per la dottoressa Benedetta Ferretti, due posti di rianimazione per il punto di primo intervento e di far diventare la week surgery un punto di eccellenza delle ernie”. Ed ancora: “L’oncologia è un reparto umano, è un fiore all’occhiello, dove la Ferretti ha lavorato con responsabilità e umanità. Chiediamo che sia subito affiancata, affinché il suo lavoro non vada perso e, soprattutto, che i suoi pazienti abbiano supporto e continuità. L’hospice ha bisogno di essere ampliato fino a venti posti. Vorremmo poi l’ambulanza medica per più di 12 ore e maggiori investimenti per l’oculistica. Per la medicina generale si chiede un supporto per la cardiologia, che ha lunghe liste di attesa, infine vorremmo sapere come sono stati spesi gli 800mila euro assegnati per i lavori post sisma del Cup”. Jacopo Orlandani, assessore alla Sanità, aggiunge: “Oculistica ha bisogno di investimenti in personale e attrezzature per poter essere un vero punto di riferimenro regionale: devono lavorare 2 sale operatorie (non solo una come adesso) e il reparto deve gestire tutte le emergenze dell’Area vasta 3. Il potenziamento di oncologia va fatto subito, così da effetturare un passaggio del testimone graduale fra la Ferretti e chi dovrà prendere il suo posto. Serve potenziare il punto di primo soccorso con infermieri e dottori per le ore notturne. L’ospedale di San Severino in sinergia con la struttura di Camerino è in una posizione baricentrica per l’entroterra colpito dal sisma e deve quindi restare un punto di riferimento importante per la popolazione. Basti pensare agli oltre 10 mila accessi al punto di primo soccorso: un numero elevatissimo a dimostrazione del fatto che la struttura rappresenta un centro fondamentale per tutto il territorio”.
Cosa ha detto l’assessore Saltamartini
“Per l’oculistica, che oggi ha quattro medici, sta partendo un avviso per assumerne altri due. Per l’oncologia, purtroppo il servizio della dottoressa Ferretti non potrà essere prolungato; inoltre ha in arretrato 294 giorni di ferie da sfruttare obbligatoriamente prima della pensione, prevista per il primo maggio 2022. Tuttavia, in tutta la regione abbiamo assunto 15 oncologi e lei, quindi, sarà sostituita. Abbiamo anche attivato le trattative per attivare a San Severino una sezione dell’istituto oncologico marchigiano in grado di svolgere assistenza domiciliare oncologica con cinque infermieri da assumere e la dottoressa Ferretti nel ruolo di coordinatrice. In ogni caso, l’ospedale di San Severino è un presidio tutelato dalle carte, siamo qui per ascoltare e siamo pronti ad aprire un tavolo con i sindaci. Non vogliamo chiudere gli ospedali ma rafforzarli”.
L’avvocato Marco Massei per il Comitato pro ospedale e “Anello della vita onlus”
“Per l’hospice mancano in regione 70 posti letto; a San Severino ne abbiamo 12, ma il reparto potrebbe essere raddoppiato. Per il punto nascita si discuteranno al Tar di Ancona, il prossimo 12 gennaio, i ricorsi del Comune e del Comitato: la sua chiusura è stata una delle ingiustizie più grandi perché l’accordo Stato-Regioni ci dava la possibilità di mantenerlo in vita”.
Cristina Marcucci per l’associazione Help Sos salute e famiglia
Ha ricordato che c’è una mozione approvata per attivare la guardia medica pediatrica in 5 punti delle Marche, fra cui l’ospedale di san Severino, ma che non è stata mai resa concreta, nonostante sia una vera necessità per le famiglie, soprattutto nei week end e nei giorni festivi. Inoltre, Cristina Marcucci ha ricordato che nella struttura settempedana non c’è più un ginecologo tutti i giorni, come era previsto dopo la chiusura del punto nascita: “Solo due volte alla settimana viene un’équipe di Macerata, che ringraziamo. E’ qui un giorno per le ecografie e un altro giorno per la week surgery ginecologica. Negli altri giorni e per qualsiasi altra cosa tutto l’alto maceratese deve andare necessariamente a Macerata”.
Il vescovo Francesco Massara
“Bisogna distribuire le specialistiche nei 13 ospedali di rete più quello di San Severino come ospedale di base, in modo tale che ciascuna struttura abbia una sua precisa identità, evitando doppioni e incentivando i medici a venire da noi anche da fuori regione”.