Giovanna (Paola Cortellesi) è un’impiegata ministeriale, divorziata dal marito aviatore (Giampaolo Morelli), vive con la frizzante madre (Carla Signoris) ed ha una bambina. La sua vita è monotona e scialba: tutti i giorni sfida il disumano traffico di Roma e si dirige al Ministero per lavorare. Una routine apparentemente metodica e noiosa, ma la realtà è molto più eccitante: è un’agente dei servizi segreti, viaggia in tutto il mondo per garantire la sicurezza del Paese, con tanto di missioni, spionaggio e azioni adrenaliniche. Un giorno Giovanna partecipa ad una cena con i suoi ex compagni del liceo, interpretati da Claudia Pandolfi (una hostess), Lucia Mascino (medico d’ospedale), Vinicio Marchioni (allenatore di una squadra di giovani calciatori) e Stefano Fresi (un insegnante; ai tempi del liceo tra lui e Giovanna c’era del tenero). Ognuno di loro ha un lavoro stabile, ma non esente dai problemi: l’hostess combatte tutte le settimane con un cliente particolarmente arrogante (Alessandro Roja); l’allenatore tribola con un genitore che si ritiene migliore di lui (Ricky Memphis); la dottoressa è alle prese con una paziente saccente e violenta (un’ottimamente coatta Paola Minaccioni) ed il professore ha un bullo in classe che arriva addirittura a picchiarlo. Giovanna deciderà di utilizzare le sue abilità da agente segreto per vendicare i suoi amici da coloro che tutti i giorni li vessano, dando il via ad un’azione parallela di spionaggio per punire questi prepotenti che si permettono di maltrattare le persone per bene.
Ma cosa ci dice il cervello è il quarto film di fila di Riccardo Milani con protagonista Paola Cortellesi (compagna di cinema e di vita). Dopo il grande successo di Come un gatto in tangenziale (Nastro d’argento 2018 come “Migliore commedia”), Milani torna alla carica con una vicenda dal soggetto interessante: una commedia tra spy story, verità ed esagerazioni. Ottima interprete Paola Cortellesi, perfetta nel suo ruolo (conferma la sua ormai assodata capacità), bravi anche gli altri attori, seppur frenati dallo spazio limitato che hanno nella vicenda (specialmente la Mascino, Marchioni e la Pandolfi); Fresi è un riuscito comprimario e ben congegnato nella parte finale della vicenda, Carla Signoris precisa nel suo piccolo spazio. Una commedia che cerca di raccontare, tramite la parodia ed il divertimento, le ipocrisie e le vessazioni che spesso si subiscono dagli ignoranti prepotenti, ed il desiderio che ci sia qualcuno pronto ad intervenire. Un’idea buona, con giusti interpreti tenuti, però, un po’ troppo a freno: il soggetto interessante che ne è alla base si sviluppa fino ad un certo punto, proprio perché la sceneggiatura imbriglia quei fantastici che ha nel cast (tra i quali, anche il noto Remo Girone). Resta ugualmente un’opera piacevole e leggera, non ai livelli del precedente Come un gatto in tangenziale, ma lo stesso godibile per passare due ore rilassate e intelligenti, senza volgarità scontate, sperando, in cuor nostro, che ci sia una Giovanna nel mondo pronta ad aiutarci, in segreto, in caso di difficoltà.
Silvio Gobbi