“Ce l’ho fatta ancora una volta, sono campione d’Italia”. E’ l’esclamazione con la quale Manlio Giachè esprime la propria gioia per l’ennesima impresa compiuta. Il pilota di Serralta pone un altro sigillo alla sua lunghissima carriera nel motocross collezionando un successo che va a rimpinguare la ricca collezione di trofei esposti nella bacheca personale. E’ il titolo italiano numero quattro per il centauro settempedano che torna sul gradino più alto a distanza di tre anni (ultima vittoria nel 2015) andando a conquistare il campionato master over 56 MX1 in sella alla sua Honda 450. Insomma, Manlio non finisce davvero mai di stupire e, malgrado i tanti anni trascorsi in sella, non ne vuole proprio sapere di mollare dando conferma di avere tanta voglia, tanta passione e indubbia longevità agonistica.
Il valore assoluto come pilota di Giachè è testimoniato dai numeri di stagione: quattro primi posti e un secondo nelle gare disputate (in totale erano sette e una, quella d’esordio a Faenza, non disputata per infortunio). Le vittorie sono giunte sulle piste di Fermo, Montevarchi, San Severino e Lesignano Bagni (Parma), mentre la piazza d’onore è arrivata a San Pietro Terme (Bologna), giorno in cui Giachè ha iniziato il proprio campionato. Sono due i trionfi da evidenziare: l’ultimo, che è stato quello decisivo per la conquista del titolo e, naturalmente, quello al “San Pacifico”, la pista di casa.
Manlio Giachè parte proprio da questa gara per parlare del suo ennesimo exploit: “Sicuramente quella ottenuta sulla pista amica di San Severino è la vittoria che mi è rimasta più nel cuore, perché spuntarla in casa propria è sempre emozionante e assume un significato particolare. Poi è naturale dire che tutti i successi sono stati belli e soddisfacenti e fra questi vorrei menzionare l’ultimo quando si è deciso tutto”.
A proposito, sei arrivato a Bologna da secondo e quindi con l’obiettivo di scavalcare il tuo rivale…
“Sì, l’ultimo appuntamento del campionato assumeva enorme valore, visto che ci si doveva giocare tutto in una sola gara perché il divario in classifica era davvero minimo (4 punti). E’ andata come speravo e sono riuscito a vincere e grazie a ciò mi sono laureato campione italiano. Voglio complimentarmi con il mio principale avversario, ovvero Bruno Cavandoli gloria del cross nazionale, che è stato un rivale degno e che mi ha impegnato fino all’ultimo. Mi dispiace sinceramente per lui che abbia dovuto rinunciare per infortunio alla sfida di Bologna e così il mio compito si è semplificato, ma è anche vero che anche io sono stato assente nella prima gara e perciò entrambi abbiamo disputato lo stesso numero di corse (sei)”.
Manlio, è vero che non dovevi correrlo questo campionato?
“E’ vero. Confermo che per le conseguenze dell’infortunio che avevo subito qualche mese prima del via avevo realmente pensato di farmi da parte perché non mi sentivo sicuro, pronto. Invece con il passare del tempo e degli allenamenti mi è scattata la solita molla, quella che ho sempre avuto e mi sono detto: “Manlio, devi provarci”. In effetti è andata così e mi sono presentato al secondo appuntamento e da lì le cose sono cambiate e ho capito, grazie anche all’ottimo risultato, che mi ero ripreso bene e avrei potuto essere competitivo”.
In verità, hai vinto tutte le gare in programma!
“Effettivamente sono riuscito a dare il meglio e a fare bottino pieno. Mi sono sentito molto bene in moto e la forma è arrivata passo dopo passo e grazie a questo sono riuscito a chiudere sempre davanti a tutti. Non è stato certo semplice vincere le gare anche perché le piste sono impegnative e gli avversari, vecchi e nuovi, sono competitivi e validi, ma alla fine ce l’ho fatta e questo risultato mi rende più che orgoglioso”.
Manlio, qual è la sensazione che ti lascia questa ennesima grande impresa?
“Che la passione che ho per questo sport che pratico praticamente da sempre è la spinta principale per andare avanti e non fermarmi mai, nemmeno di fronte al tempo che passa e agli infortuni che, specie in questi ultimi anni, si sono succeduti. C’è stato un momento in cui credevo di dover dire basta, ma cuore e voglia hanno respinto tale pensiero e ho ripreso la moto capendo immediatamente che nulla era cambiato e che potevo continuare ad ottimi livelli. Così ho scelto di mettermi ancora in gioco e alla fine sono riuscito a portare a termine questa nuova impresa”.
Per Manlio Giachè comunque le vittorie non arrivano solo in pista, ma anche fuori. La nuova avventura da team manager, infatti, comincia benissimo con la conquista del titolo italiano nella categoria Expert grazie al giovane pilota (17 anni) Tommaso Algati.
Roberto Pellegrino