Incontro commovente e toccante come era previsto, quello tra Papa Francesco e le popolazioni terremotate del centro Italia. Bergoglio ha incontrato le popolazioni in udienza, senza un discorso preparato, parlando con il cuore e con tutti i sentimenti. Presenti anche il presidente della Regione Luca Ceriscioli, il commissario straordinario Vasco Errani e il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. “Il peggio per voi è fare un sermone, faccio mie le vostre parole. Qui non c’è posto per l’ottimismo, ma c’è posto per la speranza”. “L’ottimismo serve per andare avanti, non ha sostanza come ha invece la speranza”, ha aggiunto dicendosi orgoglioso dei parroci che non hanno lasciato la propria terra.
“Ricostruire, ricominciare, ricominciare da capo, ma anche ricominciare senza perdere la capacità di sognare, sognare, avere il coraggio di sognare una volta di più”. Il Papa ha ricevuto i terremotati in Aula Paolo VI. Fra gli altri hanno partecipato all’udienza il sindaco di San Severino, Rosa Piermattei, il cardinale Edoardo Menichelli, pure lui settempedano, e il vescovo di Camerino-San Severino, Francesco Giovanni Brugnaro.
“Voi sapete che vi sono vicino, quando mi sono accorto di quello che era accaduto, quando quella mattina appena sveglio ho trovato un biglietto dove si parlava delle due scosse – racconta il pontefice –, ho sentito 2 scosse: ci devo andare, e poi ho sentito dolore, molto. Con questo dolore sono andato a celebrare la messa. Vi ringrazio per tutto quello che avete fatto per aiutarci a ricostruire i cuori, le case, il tessuto sociale e anche per ricostruire con il vostro esempio l’egoismo dei nostri cuori, di noi che non abbiamo avuto questa sofferenza. Le ferite del cuore ci sono – ha continuato il pontefice – ma per ricostruire ci vogliono il cuore e le mani, le mani di tutti, quelle di Dio con cui artigiano ha fatto il mondo, le mani che guariscono. A me piace benedire le mani ai medici, perché servono per guarire, le mani dei vigili del fuoco”.
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