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Il dottor Sergio Giorgetti
Il dottor Sergio Giorgetti

Una Tisaneria all’Hospice grazie all’Anello della vita

Un nuovo spazio per far incontrare e socializzare i pazienti ma anche i familiari, i medici e gli infermieri dell’Hospice viene aperto venerdì 3 giugno all’ospedale “Bartolomeo Eustachio” di San Severino. Si tratta della sala Tisaneria, così ribattezzata dalla Fondazione “Anello della vita” che ha finanziato i lavori grazie al contributo della famiglia di un ex paziente della struttura residenziale destinata ai malati inguaribili. Al taglio del nastro (la cerimonia sarà chiusa al pubblico perché si svolgerà in un’ala dove sono presenti i malati) prendono parte, fra gli altri, il responsabile dell’Unità operativa Cure palliative e dell’Hospice, Sergio Giorgetti, il personale infermieristico e ausiliario della struttura, chi si occupa dell’assistenza ai malati, e i volontari di varie associazioni insieme al direttore dell’Area Vasta 3 dell’Asur Marche, Alessandro Maccioni, al presidente della Fondazione Anello della Vita, Francesco Rapaccioni, al sindaco di San Severino, Cesare Martini, e al presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli.

E’ atteso anche Aires Marques Pinto, educatore in diverse strutture per malati e anziani dove conduce un progetto di riabilitazione attraverso la fototerapia e direttore del festival “Saper Vivere”. Marques sarà impegnato presso l’Hospice settempedano in un nuovo progetto con incontri fissi settimanali che, proprio all’interno della Tisaneria, faranno scambiare le esperienze di pazienti, medici, infermieri ma anche familiari e altre figure.
“Chi arriva qui in Hospice – commenta il dottor Sergio Giorgetti, responsabile della struttura – condivide con noi un periodo della propria vita. Non siamo medici e pazienti ma compagni di avventura, il nostro non è un reparto come altri. E’ per questo che abbiamo pensato anche a uno spazio del genere da dove partirà presto un progetto dedicato alla medicina narrativa che porteremo avanti con l’Università Politecnica delle Marche. Cercheremo così di personalizzare quello che è spersonalizzato. Ciascun paziente da noi è un paziente a sé, ha bisogno di cure a sé ma anche di premure dedicate. Realizzeremo tutto questo grazie alla Fondazione “L’Anello della vita” che si sostiene solo con i contributi dei privati ma che ha dato molto alla nostra struttura e ad altre che operano presso il “Bartolomeo Eustachio” donando, a titolo d’esempio e in ordine di tempo, anche un ecografo per la prevenzione senologica oppure la Tisaneria o, ancora, gli spazi e gli arredi della cucina dove i nostri ospiti possono farsi un thè o un caffè”.

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