Roberto Pioli, il giovane di San Severino, che da parecchi giorni portava avanti uno sciopero della fame davanti all’ospedale settempedano per protestare contro la decisione della Regione di chiudere il punto nascita, e per sollecitare il Governatore delle Marche, Luca Ceriscioli, ad aprire un dialogo con il territorio sulla questione, ha sospeso la sua iniziativa e ha incontrato in queste ore, ad Ancona, proprio il presidente della Regione. Aveva ripreso a mangiare, per fortuna, già nei giorni scorsi sia per un aggravamento delle proprie condizioni fisiche (dopo una settimana di digiuno), sia a seguito dell’interrogazione del consigliere regionale Sandro Bisonni presentata in aula martedì 2 febbraio sul suo “caso”. Ora c’è stato il colloquio con ceriscioli e, secondo le prime dichiarazioni dello stesso Pioli, il presidente sta vagliando attentamente la situazione dell’entroterra e sembra aprirsi al confronto.
Intanto, il sindaco Cesare Martini ha consegnato personalmente una lettera sulla vicenda della chiusura del punto nascita alla Presidente della Camera, Laura Boldrini, al termine di un incontro svoltosi all’università di Macerata sul tema “Costruire l’Europa dei cittadini”.
“Il tema dei diritti, anche di quelli costituzionalmente riconosciuti, dovrebbe essere un tema caro soprattutto alla politica e ai rappresentanti delle istituzioni. Eppure, così sempre non è – ha scritto Martini nella missiva – In particolare, il diritto alla salute nella nostra regione viene oggi fortemente minacciato da una determina del Direttore generale dell’Asur, siglata alla vigilia dello scorso Natale, con cui si è deciso, senza ascoltare i territori, di mettere mano a una modifica profonda dell’organizzazione ospedaliera con l’annuncio della chiusura di diversi punti nascita. So che della questione Ella si è già occupata ma siccome si tratta di una partita non ancora chiusa, La prego di voler prendere in considerazione ogni ulteriore tentativo che possa far ravvedere i decisori. Chiudere i Punti nascita oggi esistenti, parlo di quello attivo presso l’ospedale “Bartolomeo Eustachio” di San Severino ma anche nei nosocomi di Fabriano e Osimo, significherebbe privare un’ampia fascia dell’entroterra marchigiano, che va di fatto dal Pesarese fino all’Ascolano, di una struttura dove non solo poter partorire ma anche dove trovare cure e risposte alle emergenze sanitarie di tante e tante mamme. E Lei sa quanto me, conoscendo questo nostro territorio, le difficoltà che ci sono in tema di collegamenti viari. Quanto può impiegare un’ambulanza a raggiungere un ospedale con una partoriente cui si è distaccata la placenta? La sensibilità da Ella dimostrata agli argomenti che riguardano il mondo delle donne, le minacce che da questa scellerata decisione potrebbero attentare alla salute e alla vita di tante mamme e dei loro nascituri, mi suggeriscono di rivolgermi nuovamente a Lei perché possa intervenire a riguardo…”.
Nella lettera, infine, il sindaco ricorda che il Tar delle Marche ha accolto anche l’istanza di misura cautelare provvisoria avanzata dal Comune di San Severino. Il decreto, pronunciato in data 1 febbraio dal presidente Maddalena Filippi, rimanda alla camera di consiglio del 19 febbraio 2016, già fissata “per la trattazione collegiale dell’istanza”. Nei giorni scorsi lo stesso Tribunale amministrativo delle Marche aveva disposto analogo rinvio in risposta al ricorso presentato dal Comitato per la difesa e la tutela dell’ospedale settempedano. “Abbiamo impugnato a 360 gradi l’impianto che ha portato alla decisione da parte dell’Asur regionale, speriamo in un pronunciamento favorevole il 19 febbraio prossimo”, è il commento dell’avvocato Simona Tacchi cui il Comune ha affidato la sua battaglia legale.