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Il reparto di Ostetricia
Il reparto di Ostetricia com'era fino a qualche anno fa

Punto nascita: ‘Una città da vivere’ chiede il referendum

Dal Gruppo consiliare “Una Città da vivere” riceviamo la nota che segue sulla chiusura del punto nascita.

“La riorganizzazione del sistema sanitario regionale non appare cogliere le esigenze dei cittadini e soprattutto risulta essere chiaramente contestata da tutti gli amministratori locali, sia di opposizione al governo regionale sia dagli stessi rappresentati locali del Partito democratico, quale partito di riferimento del governo regionale. Questa protesta, ben portata e autenticamente argomentata dal Comitato per la tutela dell’Ospedale di San Severino, che sta facendo una vera battaglia per il mantenimento del punto-nascita, deve avere uno sbocco politico e soprattutto deve investire i cittadini marchigiani. Per questo appare necessario convocare un vero e proprio referendum popolare, tale da coinvolgere, appunto, tutti i cittadini interessati dal primario bisogno di una sanità di territorio e ben radicata dal mare alla montagna. Quindi, per poter affidare la parola ai cittadini, a partire da quelli settempedani, si chiede all’Amministrazione comunale di avviare il percorso amministrativo di un referendum e di farsi parte diligente per un coinvolgimento di tutti i residenti delle Marche, coinvolgendo i sindaci e gli assessori alla sanità dell’Unione montana e dell’intera fascia mediocollinare della provincia. Per questo sollecitiamo Martini e Felicioli a predisporre un ordine del giorno o una proposta di delibera da discutere al prossimo Consiglio comunale, con la quale si provveda ad avviare l’iter del referendum sulla necessità di mantenere il punto nascite presso l’Ospedale “B. Eustachio”; a rendere responsabile tutto il Consiglio comunale delle permanenti ricadute negative che la chiusura del punto nascite avrà su tutto il territorio mediocollinare e montano, chiedendo altresì l’avvio della procedura di coinvolgimento di tutti i residenti marchigiani;
a convocare una conferenza dei sindaci, con la quale si stigmatizzi e si rigetti la riorganizzazione sanitaria provinciale.

La dissennata riforma sanitaria regionale, con particolare riferimento alla chiusura dei punti-nascite ed alla riorganizzazione dei punti di primo intervento, nuoce gravemente al territorio e “massacra” letteralmente i diritti di una parte dei cittadini, per questo è necessario chiamarli a raccolta attraverso una sana espressione di voto come il referendum”.

La nota è sottoscritta dai consiglieri Gilberto Chiodi, Fabio Eusebi, Gabriela Lampa, Giacomo Rastelletti e Romina Cherubini