Torna agibile, dopo le scosse di terremoto dell’agosto 2016, il “Noviziato” del monastero di Santa Chiara. Il sindaco Rosa Piermattei ha firmato la revoca dell’Ordinanza con la quale aveva dichiarato non utilizzabile la porzione dello stabile facente parte del complesso monumentale che si trova a Castello al Monte.
Con opere di riparazione e rafforzamento è stato recuperato un piccolo cedimento di fondazione, localizzato all’angolo nord – est, attraverso la realizzazione di sottofondazioni in muratura e la messa in opera di tiranti con capochiavi esterni a paletto. Oltre agli interventi strutturali sono state poi realizzate opere di finitura sia interne che esterne.
Quella delle suore di Santa Chiara è la più antica presenza clariana in tutta la regione e risale addirittura al 1223. All’inizio le clarisse furono ospitate nel convento di San Salvatore in Colpersito, poi nel ‘500 si trasferirono nell’attuale monastero di clausura con l’annessa chiesa anticamente intitolata a Santa Maria Annunziata. La struttura originaria risale al XIV secolo quando gli Smeducci finanziarono la costruzione di un edificio di culto per le terziarie di San Francesco. Questo luogo, carico di spiritualità, ospita all’interno dell’altare maggiore – scolpito da Venanzio Bigioli – un dipinto dell’Annunciazione che è opera di Lucio Tognacci. Di notevole interesse è anche il coro ligneo intagliato e intarsiato da Domenico Indivini già autore del coreo ligneo della basilica superiore di Assisi.
Con altri due provvedimenti il sindaco di San Severino ha revocato anche le Ordinanze di inagibilità con le quali aveva vietato l’utilizzo di due immobili in località Pitino e in località Barbiato, nelle campagne settempedane. I due stabili, che ospitano altrettante abitazioni, sono stati interessati da lavori di recupero per un importo complessivo che si aggira sui 50 mila euro.