L’opera più preziosa custodita nella pinacoteca civica “Padre Tacchi Venturi” di San Severino, la “Madonna della Pace”, dipinta dal Pintoricchio per il Duomo antico e considerata il capolavoro del pittore umbro, da qualche giorno fa parte dei centotrenta tesori della mostra che si è aperta alla Reggia di Venaria di Torino dal titolo: “Raffaello. Il sole delle arti”. La movimentazione del quadro, in eccezionale stato di conservazione, ha comportato la predisposizione di un’apposita teca climatizzata che replica l’aspetto generale della cornice ove il dipinto è da anni conservato. Il dipinto partito da San Severino alla volta di Torino è stato accompagnato in tutte le fasi del trasferimento dal direttore dell’Ufficio beni culturali dell’Arcidiocesi di Camerino-San Severino, l’architetto Luca Maria Cristini. La “Madonna della pace”, di proprietà del Capitolo della concattedrale di San Severino Marche, farà rientro nella pinacoteca comunale nel gennaio 2016.
“Il climaframe che ha custodito il capolavoro – spiega lo stesso architetto Cristini – permette un attento monitoraggio dei parametri termoigrometrici della tavola e ne compensa attivamente eventuali sbalzi di umidità, agendo altresì con un’azione di mitigazione del differenziale termico. Tale dispositivo, costruito appositamente dalla ditta Artería di Firenze, una volta conclusa la mostra torinese rimarrà in dotazione della “Madonna della Pace” per assicurarle una ancor migliore conservazione nell’avvenire seppure sia stata di recente sottoposta a restauri”.
Nel 2009 l’Arcidiocesi di Camerino-San Severino, proprietaria dell’opera, e il Comune di San Severino, ente che ne ha la custodia, hanno operato una serie di interventi di manutenzione al dipinto che risale all’ottavo decennio del XV secolo.
Per permettere a molti settempedani, ma anche a turisti, estimatori e appassionati d’arte, di prendere visione del capolavoro e dei restauri era stato anche aperto al pubblico il cantiere di recupero alla presenza dell’arcivescovo, mons. Francesco Giovanni Brugnaro, del sindaco Cesare Martini, dell’ispettore della Soprintendenza per i Beni storici delle Marche, Alessandro Marchi, del direttore dell’Ufficio arcidiocesano per i beni culturali, Luca Maria Cristini, e del restauratore Maurizio Ciaroni di Urbino.
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