“A distanza di un solo giorno, il quotidiano economico “Il Sole 24 ore”, per la seconda volta consecutiva sbugiarda Martini e Felicioli, i quali baldanzosi e inconsapevoli degli errori commessi annunciavano l’adozione dell’aliquota Tasi al 2,5 per mille. Ebbene il giornale con la ricerca fatta su oltre la metà dei Comuni d’Italia, l’aliquota media applicata è l’1,94 per mille, vale a dire 25% in meno di quella adottata dal Comune di San Severino”.
Inizia così una nota del gruppo consiliare di opposizione “Una Città da vivere” – a firma di Gilberto Chiodi (capogruppo), Fabio Eusebi, Gabriela Lampa, Romina Cherubini e Giacomo Rastelletti – che riguarda la recente approvazione in Consiglio comunale dell’aliquota Tasi per i cittadini settempedani. Nota che prosegue così…
“Tanto per dare una dimensione, assolutamente non trascurabile, ogni 100 euro che paga il contribuente medio, il cittadino settempedano ne paga euro 125 con una differenza – a giudizio degli scriventi – evidentemente non trascurabile pari a 25 euro in più! L’aliquota Tasi adottata, inoltre ‘gioca’ su formule di detrazioni, del tutto arbitrarie e prive di oggettivo riscontro, tanto da privilegiare i soliti noti e non invece la vera popolazione attiva che ha difficoltà serie ad affrontare le spese quotidiane. La bugia diffusa a gran voce da Martini ha avuto le gambe assolutamente corte e lo stesso non potrà affermare che è stata frutto delle cattive spiegazioni e delle grida della minoranza, ma deve prendere atto che la politica fiscale adottata dalla sua amministrazione, come sempre, penalizza i piccoli contribuenti e lede irreparabilmente la precaria situazione economica locale. Appare opportuno rilevare ancora che, le detrazioni poste rispondono soltanto in parte al tessuto sociale settempedano, perché – nell’atto deliberativo – non vi sono riscontri effettivi della incidenza che queste detrazioni avranno sulla cosiddetta classe media, vista la diffusione delle proprietà immobiliari e del tessuto socio-produttivo presente in città. Tanto è vero che ai fini dell’Imposta Unica Comunale non ha neanche voluto tenere conto dell’esenzione del proprietario di abitazione principale che cede in comodato gratuito al figlio la seconda casa costruita con il frutto del lavoro di una vita. Ecco, queste evidenti sperequazioni penalizzano, come sempre, i nostri cittadini, che finalmente si stanno accorgendo dell’inadeguatezza amministrativa di questa presunta classe dirigente che è spesso distratta da azioni clientelari, invece di adottare piani di sviluppo di medio tempo a vantaggio di tutto il territorio settempedeno”.