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Maddalena Crippa sul palco del Feronia
Maddalena Crippa sul palco del Feronia

Tutto esaurito al Feronia per Maddalena Crippa

“O patria mia, vedo le mura gli archi/ e le colonne e i simulacri e l’erme/ torri degli avi nostri,/ ma la gloria non vedo…” Con le parole di Giacomo Leopardi e la sua All’Italia, si è aperto lo spettacolo di Maddalena Crippa, ieri al Feronia. Tutto esaurito in teatro e, se possibile, anche di più, ha ironizzato il direttore artistico Rapaccioni salutando l’attrice e i musicisti. Uno spettacolo energico, potente, ma molto umano, che arriva al cuore e commuove. Protagonista: la nostra Italia, raccontata e vissuta attraverso le parole di grandi cantautori e scrittori: da Leopardi appunto a Pasolini, a Francesco Piccolo, da Battiato, a Modugno a Fossati, per finire con L’Italiano di Toto Cutugno. Dentro c’è tutto: la delusione, la confusione, la nostalgia, il coraggio, la bellezza e l’amore. Ma soprattutto c’è la speranza: la speranza di poter recuperare i valori importanti, di recuperare le nostre radici e la nostra storia, di far esplodere la sensibilità, la passione, la creatività e la fantasia che da sempre contraddistinguono il nostro popolo. Solo così si potrà ricominciare. Anzi, ripartire e ritornare a viaggiare; sì, ma dolcemente, come cantava Battisti. Il pubblico è attento, partecipe e coinvolto; si sorride in sala quando lei legge passi scelti da La lunga strada di sabbia di Pasolini, che parla delle Marche come terra ricca di belle donne (un fuori programma per San Severino, dirà poi l’attrice). Alla fine gli applausi non vogliono cessare e lei, con i suoi straordinari musicisti, torna in scena per regalare il bis di Viaggi e miraggi di De Gregori: c’è anche un’Italia che sogna. “Con questo spettacolo ho voluto fare una carezza all’Italia e agli italiani”, spiega la Crippa, “perché la realtà non è solo quella dei telegiornali o della stampa, c’è un’altra Italia che merita di essere raccontata, coccolata e soprattutto amata”. “La priorità da cui ripartire?”, le chiediamo: “La priorità sono le responsabilità”, ci dice. “Ciascuno deve assumersi le proprie, qualunque ruolo ricopra nella società. Insomma, dobbiamo prenderci cura del nostro paese: questo è l’invito che rivolgo dal cuore al mio pubblico”. San Severino, siamo sicuri, l’ ha capito.

Michela Ciciliani

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