Home | Cabina di proiezione | “Una battaglia dopo l’altra”, di Paul Thomas Anderson
Una battaglia dopo l'altra

“Una battaglia dopo l’altra”, di Paul Thomas Anderson

Paul Thomas Anderson torna al cinema parlando di rivoluzione, giustizia sociale, razzismo e amore: prende come soggetto il romanzo “Vineland” di Thomas Pynchon e tira fuori una sceneggiatura ricca di dramma, commedia, tradimenti, dolore e catarsi.

Pat Calhoun (Leonardo DiCaprio) è un ex rivoluzionario del movimento libertario “French 75”. Per anni, egli ha combattuto il sistema statunitense insieme ai suoi compagni: si innamora della rivoluzionaria afroamericana Perfidia Beverly Hills (Teyana Taylor) e nasce una figlia. Perfidia, nel mentre, ha una storia clandestina con il colonnello Steven J. Lockjaw (Sean Penn) e quando la donna viene catturata dalla polizia, comincia a fare dei nomi al colonnello per evitare la galera. La cellula rivoluzionaria si frantuma e Pat deve fuggire con la piccola Charlene. I due cambiano nome in Bob e Willa e, dopo 16 anni, Lockjaw torna alla ricerca di Pat/Bob e della figlia, perché pensa che Charlene/Willa (Chase Infiniti) sia il frutto dei rapporti che ha avuto con Perfidia: il colonnello vuole fare fuori la ragazza per entrare in un gruppo di suprematisti bianchi (avere una figlia “mista” pregiudicherebbe la “purezza” dell’uomo). Saputa la notizia, la cellula rivoluzionaria si riattiva e Charlene viene velocemente separata da Pat per salvarla, ed allora l’uomo inizierà la sua rocambolesca avventura per ritrovare la propria figlia. Pat, ex rivoluzionario scalcinato, una specie di “drugo Lebowski” con figlia a carico, torna all’azione, non per cambiare il mondo ma per salvare il suo nuovo mondo, Charlene.

Una battaglia dopo l’altra è un’opera realmente capace di farci vivere l’adrenalina e la tensione della lunga corsa di Bob alla ricerca della figlia (la lunga sequenza dell’inseguimento finale, in quella strada fatta di continui dossi, è tensione pura). Ma non è soltanto un film d’azione ben realizzato, è anche un’opera sul tradimento, sul rimorso, e sull’amore autentico: un amore imperfetto, ma sincero e forte, tra padre e figlia. Un lungometraggio capace, come raramente capita, di unire l’intrattenimento alla riflessione, la risata con la crudeltà, il sociale con il dramma individuale: Una battaglia dopo l’altra ci mostra come i problemi politici e sociali di ieri siano quelli di oggi (non a caso, viene citata La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo), riuscendo ad unire, in un inaspettato legame, la sfera pubblica con quella privata, mostrando come la realtà rivoluzionaria possa essere tanto sincera quanto falsa e vittima dell’egoismo.

La colonna sonora, ancora una volta realizzata da Jonny Greenwood, è pervasiva e piena di musiche contrastanti: suoni forti e stridenti, un uso assillante e martellante del pianoforte, una musica apparentemente sgraziata, ma efficace e capace di dare corpo alle emozioni dei protagonisti. A livello cinematografico, Anderson non risparmia i suoi tipici lunghi piani sequenza: grazie a questa scelta, viviamo ancor più pienamente la concitazione degli eventi. Inoltre, il regista utilizza spesso dei primi piani dove la messa a fuoco è tutta incentrata sui volti dei protagonisti, sfocando ciò che c’è intorno, per farci concentrare sulla loro psicologia, sulle loro luci ed ombre. Personaggi mai idealizzati, uomini e donne ricchi di pregi e di difetti, di fragilità, raccontati con sincerità e senza moralismi. Personaggi ben scritti che prendono vita grazie anche alle ottime interpretazioni di DiCaprio, Sean Penn (capace di dare vita ad un duro, violento e al tempo stesso grottesco, colonnello), Chase Infiniti e Benicio Del Toro (quest’ultimo, in un ruolo misurato ed azzeccato).

Con questa sua ultima opera, Paul Thomas Anderson realizza un lungometraggio critico verso il presente senza scadere nel banale, capace di andare oltre la rabbia, vedendo un futuro possibile e concreto, perché il fallimento non è per sempre: il tempo di Pat/Bob è finito, affossato dagli errori e dai tradimenti, ma l’epoca di Charlene e delle sue battaglie è appena all’inizio.

Silvio Gobbi