“Criteri equi ed uguali che valgano per tutti allo stesso modo, da Pesaro a San Benedetto del Tronto. Lo avevo già annunciato due anni fa e non muoverò un passo da questa linea. La prossima settimana mi incontrerò con il governatore Ceriscioli che mi sembra persona molto attenta all’ascolto. Non si può rischiare di mettere in pericolo la vita dei cittadini, perché di ciò si sta parlando. Se venisse, infatti, realizzato il piano di cui leggo anticipazioni sui giornali, le mamme non avrebbero più un punto nascita lungo una fascia dell’entroterra che va da Pergola fino ad Amandola”. Il sindaco Cesare Martini non ci sta. “Non si tutelano così le zone interne e non si tutelano così le eccellenze. Ho chiesto di parlare al presidente della Regione per capire quali scenari avremo di fronte nei prossimi mesi ma fin da ora vorrei che si aprisse una riflessione seria e che si offrissero, anzitutto, garanzie in tema di sicurezza – dice Martini -. Se chiude il nostro punto nascita, quello di Macerata sarà pronto e idoneo ad accogliere i seicento parti che si registrano al “Bartolomeo Eustachio”? E poi perché, se regole ci sono e impongono tagli per i punti con meno di mille nati, non si chiudono da subito anche altre strutture? Perché altrettanta fretta non viene messa per velocizzare l’applicazione delle reti cliniche che prevedono il potenziamento dell’oculistica e la week surgery per la cosiddetta chirurgia programmata? Se il piano prevede di concentrare al “Bartolomeo Eustachio” quest’ultima che ci vengano allora subito riconosciuti i posti aggiuntivi. Siamo favorevoli a fare la nostra parte comprendendo le difficoltà e le necessità di una Regione che deve contribuire a dare un aiuto all’Italia intera, ma pretendiamo più rispetto e attenzioni dovute. Chiederò semplicemente al Governo regionale il coinvolgimento dei territori, delle istituzioni e della politica locale. Ogni intervento va a mio giudizio attuato con gradualità, equilibro e flessibilità, per evitare che vi siano situazioni esplosive. I servizi del nostro ospedale non possono essere agevolmente assorbiti da altre strutture, tutto qui. Mi va bene che Macerata diventi punto di riferimento provinciale per la sanità ma la struttura, chiaramente, si dovrà anzitutto adeguare. Chiedete a medici e infermieri ma anche, e soprattutto, ai pazienti quali sono le difficoltà che ogni giorno incontrano e cosa si potrebbe fare ma anche che cosa si potrebbe verificare. Ci riserviamo fin da ora azioni di protesta ma vorremo che prima di scendere in strada – conclude Martini – le istituzioni capissero che la nostra non è una guerra fra campanili ma una battaglia per la dignità”.