Un weekend di musica impegnerà la neo restaurata chiesa di San Giuseppe nella piazza principale di San Severino, già addobbata a festa con le luminarie per le imminenti appuntamenti natalizi.
Sabato 14 e domenica 15 dicembre, si terranno nella chiesa due concerti di musica organizzati dal locale coro Turdion Ensamble e dall’Associazione Organi Arti e Borghi con sede nella vicina Muccia.
Si inizierà sabato 14 alle ore 21 con “A Ceremony of Carols” di Benjamin Britten, in una performance a tre voci femminili del coro Turdion Ensamble diretto dal maestro Lorenzo Chiacchiera con l’accompagnamento dell’arpa di Federica Tomassini. I testi che accompagneranno la musica saranno letti da Alberta Ricottini e sono liberamente tratti da “Canto di Natale” di Charles Dickens.
Domenica 15 alle ore 17, poi, è in programma il concerto per la solenne inaugurazione dell’organo restaurato della chiesa. Dopo la rituale benedizione dello strumento, il maestro Maurizio Maffezzoli eseguirà brani tratti dai repertori di Bach, Telemann, Correa de Arauxo, Grandi, Viadana, Cavazzoni in un viaggio tra Germania, Spagna e Italia nel periodo barocco. Il suono dell’organo sarà accompagnato dalla voce del mezzosoprano Elisabetta Pallucchi, spoletina, diplomata in Canto al conservatorio di Pescara con il massimo dei voti e in Didattica della Musica presso il Conservatorio di Perugia. La cantante ha conseguito la Laurea di II livello in Canto Barocco e ha registrato per Radio Vaticana, per RadioRai Tre e per Brillant Classics. Maurizio Maffezzoli è diplomato in Organo e Composizione organistica e Didattica della musica al Conservatorio di Perugia. Ha al suo attivo numerosi concerti, in Italia e all’estero, sia come solista che in formazioni cameristiche. E’ presidente dell’associazione musicale “Organi, Arti & Borghi” di Camerino, con cui organizza il Festival organistico “Terra d’Organi antichi”, che conclude la sua XIX edizione quest’anno proprio con il concerto settempedano.
L’organo della chiesa di San Giuseppe è uno strumento veneziano del 1757, opera n. 327 del celebre maestro organaro Pietro Nacchini. È stato silente per circa sessanta anni e in occasione del restauro della chiesa recentemente concluso, ha avuto una revisione generale ed è stato dotato di un apparato ventilatore, che evita il pompaggio a mano dell’aria nei mantici, garantendo un flusso continuo e costante di aria e la stabilità del suono. All’organo è stata, in maniera filologica, restituita quella che si ritiene fosse la sua fisionomia d’origine, seppure manchi ancora del fondamentale registro ad ancia dei corni. All’atto dell’impianto nella chiesa settempedana, proveniente da Osimo, negli anni ’20 del secolo scorso, lo strumento aveva infatti avuto degli interventi considerati di ‘modernizzazione’ che ne avevano modificato alcune parti eliminando questo prezioso registro ad ancia. Ora è stato restituito alle ottimali condizioni, pronto per far sentire le sue superlative sonorità nello spazio barocco della chiesa.
Entrambi gli appuntamenti sono ad ingresso libero.
Luca Maria Cristini