Azar Nafisi torna in Iran nel 1979, a seguito della rivoluzione dell’ayatollah Khomeini: come tanti, crede che la rivoluzione possa migliorare l’Iran, ma, nel giro di poco tempo, vede il vero volto della repubblica islamica iraniana. Azar è una docente universitaria di letteratura inglese e, progressivamente, il suo insegnamento viene ostacolato dal governo, allora decide di dedicarsi, insieme ad alcune sue studentesse, ad una serie di letture clandestine di autori proibiti dal regime (come Nabokov e Jane Austen). Attraverso questi incontri, la professoressa mostrerà alle studentesse la ricchezza intellettuale di quella letteratura proibita dagli ayatollah, e contribuirà a stimolare ulteriormente in loro il pensiero critico verso la repubblica islamica, arrivando a mettere in discussione anche sé stessa e la sua vita.
Leggere Lolita a Teheran, di Eran Riklis, è un film tratto dal romanzo omonimo di Azar Nafisi e ha vinto il “Premio speciale della Giuria al cast femminile” e il “Premio del pubblico” alla Festa del Cinema di Roma. Attraverso una regia ed una costruzione molto lineari, l’opera racconta la vita di questa scrittrice (ormai rifugiata negli USA dalla fine degli anni Novanta), mostrando il progressivo e travagliato annientamento delle libertà delle donne nell’Iran degli ayatollah: Azar e tutte le donne subiscono, senza riuscire a fare nulla, il crescente despotismo del regime teocratico, un potere tale da assoggettare integralmente le donne al totale controllo maschile sulle loro scelte e sui loro corpi.
Questo clandestino gruppo di lettura diventa una via di fuga speciale, un piccolo paradiso in mezzo alla prigionia. È l’occasione per conoscere la letteratura nella maniera più completa possibile ed è, soprattutto, l’unica occasione dove le ragazze possono criticare il presente in cui vivono e le imposizioni psicologiche e fisiche, spesso violente, che subiscono quotidianamente. Si confrontano, parlano, piangono, ridono, ballano, confessano le loro paure ed i loro dubbi, raccontano le proprie vite, e leggendo i libri insieme alla professoressa, acquisiscono e rinforzano quella libera e critica coscienza che, nella vita di tutti i giorni, sono costrette a reprimere. Comprendono quanto siano vicine ai sofferenti personaggi da loro letti, come Lolita, la ragazzina soggiogata e violentata dall’uomo predatore: come Lolita è vittima delle manipolazioni e degli abusi del pedofilo Humbert Humbert, le iraniane sono coartate dal regime, sono ingabbiate e abusate dai difensori della rivoluzione.
Attraverso questo film biografico, fortemente attuale, Riklis mostra chiaramente la situazione delle donne in Iran: anche se la struttura è molto didascalica, l’autore riesce ad arrivare al punto della vicenda e ad essere efficace nel raccontare la durezza e la spietatezza di questa realtà; una realtà fatta di rari e piccoli aspetti e momenti positivi e molte ingiustizie difficili da rimediare. Il soggetto raccontato è autentico, duro e crudo, e le attrici protagoniste (come Golshifteh Farahani, Zar Amir e Mina Kavani) riescono a vivere pienamente la vicenda, mostrando un’aderenza coinvolgente e sincera ai loro personaggi ed alle loro drammatiche vicende.
Silvio Gobbi