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Alberto Cambio a Le Mans
Alberto Cambio a Le Mans

Cambio torna sui pattini e vince la “24 ore Roller” di Le Mans

Albeto Cambio non finisce mai di stupire! Dopo le appassionanti imprese internazionali da “Iron man”, fra nuoto, bici e corsa, l’atleta settempedano è tornato a vincere anche sui pattini a rotelle, la disciplina che da ragazzo lo aveva spinto fino ai massimi livelli nazionali.

Alberto Cambio, infatti, si è aggiudicato – nello storico Circuito Bugatti – la prestigiosa 24 ore Roller di Le Mans. E’ giunto primo con la squadra italiana “Quad Sk8 Team” nella categoria riservata ai pattini tradizionali.

La formazione di cui Alberto Cambio ha fatto parte era composta da Michela Borghi (Bologna), Luca Bagnolini (Bologna), Dario Boiani (Pesaro), Simone Lodovici (Pesaro), Andrea Franceschini (Mondolfo), Luca Abbruciati (Senigallia), Paolo Sbaffi (Santa Maria Nuova) Mirko Rimessi (Ferrara) e Gonzalez Javier (Cuba).

Fra gli accompagnatori c’era Gianni Mitillo, pure lui settempedano, amico e fedele “angelo custode” di Alberto Cambio in ogni competizione.

Il successo è stato coronato dal record.

La squadra azzurra ha abbattuto il precedente primato della manifestazione chiudendo la prova con 157 giri, per un totale di 657 km percorsi. Il precedente record, stabilito nel 2018, era fissato in 149 giri. Un risultato ragguardevole se si considera che nella classifica generale, in cui erano comprese pure le squadre coi pattini in linea, notoriamente più veloci di quelli tradizionali, Cambio e compagni si sono piazzati in 12^ posizione assoluta su 294 compagini in gara provenienti da tutte le parti del mondo.

“La gara è stata duraracconta il forte atleta settempedano perché partita sotto la pioggia e poi proseguita di notte con temperature al di sotto dei 10 gradi e successivamente con vento ad oltre 30 nodi. Noi dieci pattinatori del team ci siamo alternati percorrendo un giro a testa di 4.185 metri. Eravamo tra le mitiche curve del tracciato francese, che subito dopo la partenza presenta una salita ‘spaccagambe’ e poi conduce sotto lo scenografico ponte Dunlop. Quindi c’è una discesa che solo i più esperti affrontano a tutta velocità ad oltre 50 chilometri orari, così da avere lo slancio necessario per percorrere la restante parte della pista. In ogni caso, al di là di questi aspetti tecnici, è stata un’esperienza unica, che mi ha riportato indietro nel tempo di 40 anni. Sono stato contento che questi ragazzi abbiano pensato a me per completare la squadra, avendo avuto conoscenza delle mie gare di resistenza. Stare sui pattini per 24 ore è molto faticoso e non è certo semplice affrontare una competizione di endurance come questa. Ma è stato bello esserci e aver potuto dare il mio contributo al team per vincere di fronte a migliaia di spettatori”.