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L'intervento di Grandinetti
L'intervento di Grandinetti

Sold out in biblioteca per il libro “Mattei forever” di Verdenelli, Lupacchini e Bernabei

La sala lettura della biblioteca comunale “Francesco Antolisei” non è riuscita a contenere il numeroso pubblico interventuto alla presentazione del libro: “Mattei forever. Di verità si può morire”, scritto dal giornalista Maurizio Verdenelli, dall’ex magistrato Otello Lupacchini e da Cesare Bernabei, dirigente dell’Unione europea e figlio di uno dei più grandi collaboratori del fondatore dell’Eni.

Presente all’incontro il vice sindaco e assessore comunale alla Cultura, Vanna Bianconi, insieme ai relatori Lucio Biagioni, Guido Garufi e Fabrizio Grandinetti. Quest’ultimo, in particolare, dopo aver annunciato l’imminente conferimento di un riconoscimento dell’Associazione nazionale di Cavalleria al giornalista Maurizio Verdenelli, ha anche proposto di portare in autunno la presentazione del volume nelle scuole settempedane, così come già avvenuto in altre scuole italiane.

Particolarmente apprezzati anche gli interventi di Guido Garufi e di Lucio Biagioni, scrittore e giornalista per 40 anni alla direzione dell’ufficio stampa della Giunta regionale dell’Umbria.

Presenti in sala anche Sebastiano Gubinelli, l’ultimo testimone del caso Mattei: fu lui a ricevere per primo la notizia dello schianto del bireattore Eni la sera del 27 ottobre del 1962, ed Ivano Tacconi, già dipendente dell’Eni che a Bronte, in una celebre intervista, per primo accusò la mafia siciliana dell’attentato. Tra le testimonianze raccolte nel corso della serata anche quella di Pacifico Fattobene che ha raccontato degli anni settempedani di Enrico Mattei partigiano a Gaglianvecchio. A dare lettura di alcune pagine è intervenuto Maurizio Angeletti.

Il libro, come riportato nel sottotitolo, raccontando la storia passata ma sempre attuale dell’imprenditore che per conto dell’Eni, di cui era presidente, arrivò a negoziare rilevanti concessioni petrolifere in Medio Oriente e a siglare un importante accordo commerciale con l’Unione sovietica, narra anche del periodo trascorso dal grande dirigente pubblico in Africa, di Vanoni e degli economisti della Valtellina, della Corte di Cadore e del villaggio Eni come metafora del mondo.

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